VinoXRoma 2021: tutti gli assaggi

Di Saula Giusto

Ecco tutti gli assaggi e gli scatti di VinoXRoma 2021, l’evento organizzato da Excellence, in collaborazione con Eur Spa, presso lo scenografico Giardino delle Cascate del Laghetto dell’Eur dal 13 al 17.

Una manifestazione che Excellence si prefigge di far diventare un punto di riferimento per il mondo del vino italiano a Roma, volto a valorizzare ancora di più la capacità di offrire importanti eventi enogastronomici della nostra capitale.

VinoXRoma 2021
L’evento

Cinque giorni dedicati all’eccellenza enogastronomica, in una location di fascino appena restaurata: il Giardino delle Cascate, uno degli angoli più belli del Laghetto dell’Eur. I visitatori hanno goduto di bellissime serate organizzate al fresco, a ridosso delle cascate, sotto le stelle e con le stelle: tante le star del mondo enogastronomico che hanno contribuito a realizzare un ricco calendario di eventi nell’evento: noti chef, produttori di eccellenze, personaggi di altri settori che hanno creato un programma in grado di soddisfare tanto gli appassionati quanto i semplici curiosi.

Il Giardino delle Cascate dell’Eur
La serata inaugurale

La serata inaugurale ha visto la presenza di tante personalità: tra gli altri, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, l’ex Premier, Giuseppe Conte, il presidente del PDE Francesco Rutelli, l’A.D. di Eur Spa, l’Assessore alla Sviluppo Economico e Lavoro del Comune di Roma Andrea Coia, il Presidente Coldiretti Lazio David Granieri, il Direttore Centro Agroalimentare di Roma Fabio Massimo Pallottini, il Presidente FIPE Roma Sergio Paolantoni, il Presidente della FIS Franco Maria Ricci e il Presidente Eur Spa Alberto Sasso. Presente anche tutta la stampa e i principali blogger e comunicatori enogastronomici della nostra città.

Ha presentato l’evento e condotto la premiazione la giornalista della RAI Federica De Denaro, affiancata da Pietro Ciccotti, editore e organizzatore di Excellence, che ha creato l’evento ed in esso crede fortemente, per rilanciare la capitale in questo periodo complicato.

Anche il resto dell’evento ha visto la consistente partecipazione di tutto il mondo di operatori del settore e di appassionati.

Ho partecipato a due serate, quella inaugurale e quella di chiusura, e ho assaggiato tantissimi vini di grande qualità, che ben evidenziano la crescita degli standard del nostro paese e, soprattutto, del nostro Lazio, davvero rappresentato in modo ‘imponente’. Cosa buona e giusta, direi: non si chiama forse VinoXRoma?

Alcuni assaggI
Giovanni Aiello “enologo per amore”
GIOVANNI AIELLO – https://www.giovanniaiello.it/

Prima tappa assolutamente apprezzata sono stati gli assaggi dei vini di Giovanni Aiello, l”enologo per amore”, azienda sita presso Castellana Grotte, nel cuore della Valle D’Itria, una terra difficile, più interna e nascosta della Puglia, dalla storia enoica antica ma abbandonata tra le due guerre e solo oggi riscoperta.

Dopo aver studiato enologia nei migliori istituti italiani (Conegliano Veneto e San Michele all’Adige) e aver fatto esperienze professionali nelle zone più vocate al mondo, Giovanni è tornato nella sua terra con la convinzione che le vigne e i vitigni storici e più antichi della zona gli potessero far realizzare il sogno di creare grandi vini. E, in effetti, abbiamo assaggiato vini unici e particolari!

A partire dal loro nome: “Chakra”, con etichette dipinte a mano che rappresentano l’essenzialità dei paesaggi pugliesi fatti di pietra viva e campi colorati.

Chakra Blu 20
Chakra Blu 20

Bianco frizzante rifermentato in bottiglia fatto come una volta, prodotto con uve Verdeca e raro Maruggio. Paglierino, fine per essere un frizzante, dalle note floreali e agrumate marcate, seguite da pesca e lieve tostato. In bocca è beverino, fresco e vivace, ma dotato di sapidità e persistenza inaspettate che richiamano il floreale.

Chakra Verde 20

100% uve Verdeca allevate nell’area conosciuta come “Canale di Pirro”, solo acciaio. Leggiadro, profumato di pesca e tiglio, sapido e fresco, di buona persistenza, un ottimo aperitivo.

Giovanni Aiello, Saula Giusto e Chakra Essenza 19
Chakra Essenza 19

100% Verdeca, vino particolarissimo, che “colpisce e affonda”, forse anche perché nato da una vigna secolare (100 anni e passa!) ad alberello, sita tra il Canale di Pirro e la Valle d’Itria, coltivata come una figlia dai coniugi novantenni Tonetta e Toniuccio. Parte delle uve viene vendemmiata con qualche giorno di anticipo per ottenere il “pied de couve”, così da garantire al resto della massa una fermentazione con lieviti autoctoni; A fine fermentazione rimane sulle fecce fini per un anno. Giallo oro, Intensamente fine, ampio, inaspettato: pesca matura, melone giallo, gelsomino acacia, raccolti in una pineta in riva al mare, serviti con frutta secca tritata in un cesto fatto di fieno, sorseggiando una tisana di camomilla, tiglio, malva. Anche in bocca tutto torna, in un’armonica beva saporita e morbida, ancora agile per freschezza, che chiude molto lunga.  Sorprendente.

Chakra Rosato 20

Primitivo 100%, a contatto sulle bucce per pochissime ore. Delicato lampone ribes, ciliegia, poi rosa, origano e timo freschi. Sapido, fresco, di buon corpo e persistenza, molto gradevole.

Chakra Rosso 19

Primitivo 100%, prodotto in modo assolutamente desueto attraverso la vinificazione detta “vendanges entières”, utilizzata per secoli nella Côte d’Or di Borgogna. I grappoli selezionati vengono utilizzati interi nei tini aperti; la fermentazione malolattica avviene in barrique e tonneaux, di II e III passaggio, il vino poi riposa sulle fecce fini sino alla primavera successiva e in bottiglia altri 6 mesi. Ne risulta un Primitivo inusuale, elegante, che, appunto “pinotteggia”: ciliegia e marasca fresche, pepe rosa, spezie fini, peonia, oleandro, curioso mirto fresco; al palato leggiadro, fresco, raffinato, con un allungo sapido e coerente fruttato e speziato.

Un’azienda che mi ha colpito molto.

Seconda tappa SanVitis, un’azienda che esprime ad hoc quel Lazio emergente di cui spesso racconto!

Saula Giusto, Giusi Ferraina, Valentina Tiraboschi, Cristina Santini e San Vitis!
SAN VITIS – https://sanvitis.it/

San Vitis è stata creata grazie ai tre amici Sergio Tolomei, Riccardo Bani e Massimo Orlandi (la cui famiglia è originaria di San Vito), provenienti da diversi settori ed esperienze lavorative, uniti da una passione comune per il vino e la convivialità. Ai tre amici si è unito Alfredo, viticoltore-ingegnere capace di unire al metodo scientifico l’amore per la vite, in chiave moderna.

SanVitis si propone proporre di riscoprire e valorizzare un territorio dalla storia e viticoltura millenarie: i terreni vitati di proprietà si trovano tra Olevano Romano ed Albano.

Ad accogliere i visitatori al banco d’assaggio due amiche e colleghe affiatate: Giusy Ferraina (responsabile marketing e comunicazione dell’azienda) e Valentina Tiraboschi, coordinatrice e organizzatrice eventi di Castelli Romani Food and Wine, perfette ambasciatrici della grande crescita in qualità del nostro Lazio enogastronomico.

Athanasius 20
La nuova linea Bio Gold

Ho assaggiato, tra gli altri vini, le novità Bio della cantina: Athanasius 20 (Bellone 100%), Terre di Comarca 16 (Cesanese 100%) e Selva Grande 19 (Cesanese 70%, Cabernet Sauvignon 30%), la linea esclusiva di grande qualità, che mette insieme basse rese, vitigni autoctoni e lunghi affinamenti e che vede la luce dopo diversi anni di studio.

Tutti interessanti.

Il Bellone di grande finezza: propone pesca e pera sciroppate immerse in latte di mandorla, susina, salvia, zenzero, confetto alla mandorla. al palato fresco, molto sapido, coerente e di buona struttura, finisce lungo con un buon sapore fruttato.

Il Cesanese è potente, s’impone speziato al naso con tanta spezia e note balsamiche, che si svelano tra note di viola, bacche rosse mature e note di ferrose. In bocca caldo, morbido, saporito, dal tannino vivace, chiude lungo in un sapore speziato.

Notevole il Selva Grande, che ho trovato elegante e raffinato e che propone, oltre alle note floreali di viola e rosa, alla frutta di bosco e a spezie dolci, un tocco di smalto e incenso molto gradevole. Anche al palato un filo più snello, ma fine e sempre sapido e coerente, lungo nel finale.

Passerina P 20

Un altro assaggio che mi ha colpito è stato quello della Passerina P 20: 100% Passerina; le uve selezionate subiscono leggera macerazione a grappolo intero, pressatura e fermentazione a basse temperature. Malolattica svolta naturalmente, affina 8 mesi in vasche d’acciaio. Paglierina, brillante questa Passerina an naso si esprime delicata, ma intrigante: sulle note floreali e di erbe aromatiche irrompe una curiosa dolce pera william molto netta e una leggera spezia. In bocca agile, dinamica e piuttosto sapida, lascia a lungo una bocca buona e saporita.

Milena Cacurri di Tenuta Monterò
TENUTA MONTERO’ – https://www.facebook.com/Monterozzino

Sono poi “approdata” presso l’azienda Monterò, che conoscevo già bene e che apprezzo tanto, a partire dal fatto che è una realtà pura espressione e specchio di una donna energica, creativa e sognatrice: Milena Cacurri.

Montero’ è la sua creatura: “il luogo dove si coltiva la terra e l’anima, dove la viticoltura diventa arte e ricerca spirituale”, come da lei descritta. L’azienda è sita sulle colline di Magliano in Toscana affacciate sul mare, nel cuore della zona del Morellino di Scansano. Nasce nel 2009 da una visione di Milena e del marito Franco Salerno, con una produzione biologica, sostenibile e biodinamica. In cantina si procede con tecnica ‘a caduta’ ed inserimento naturale delle strutture nel rispetto della morfologia del terreno.

“Montero’ è il viaggio verso il punto dove le cose visibili e invisibili si confondono”, prosegue a descriverla Milena, “un viaggio senza una meta: non si arriva, non si finisce ma si impara, si migliora, si ama.

Le relazioni sono il cuore di tutto: il vino le contiene e le trasmette. Il vino è il messaggio dentro la bottiglia che si lancia nel mare…la meraviglia”.

I vitigni valorizzati sono gli autoctoni Sangiovese e Vermentino, a cui sono stati aggiunti Syrah e Viognier, estremamente adatti a questo territorio caldo e ricco, per sperimentazioni assolutamente interessanti.

La filosofia produttiva è quella di realizzare vini eleganti, di carattere, adatti al lungo invecchiamento.

Vermentino 19

Crio macerazione delle uve (8°-10° C) per una notte in pressa; fermentazione 16°C per tre settimane; affinamento sui lieviti per 3 mesi + 3 mesi in bottiglia. Paglierino brillante, delicato, particolare: tiglio, pesca acerba, frutta secca, fieno, lieve ginestra. Al palato scattante, molto sapido, di buona struttura, lungo in un sapore di frutta secca.

Tetè 19

Sangiovese 60%, Viognier 40%; fermentazione a temperatura controllata; elevazione sui lieviti per tre mesi. Rosa cipria brillante, regala un naso inusuale: origano, corbezzolo, roselline, melograno, mandorla. In bocca sapido, fresco, equilibrato, dritto fino ad un finale lungo che appaga.

L’Invisibile 19
L’Invisibile 19

Vermentino 75%, Viognier 25%; crio macerazione (a 10°-12°) per una notte; fermentazione in gres e terracotta; affinamento in bottiglia per almeno tre mesi. Giallo dorato brillante, dimostra carattere e stile: piccoli fiori bianchi, macedonia di mela, nespola e susina, malva, note iodate, leggermente balsamiche, pietra focaia, cipria, di nuovo frutta secca. In bocca di corpo, caldo, saporito, coerente: tutto torna e lascia una bocca buona e sapida.

Morellino di Scansano Docg More 19

100% Sangiovese; vinificato e affinato in cemento. Rubino scuro, intenso, profumato di amarena matura, mirto, ginepro, mora in confettura, macchia mediterranea. In bocca fresco, di buona struttura, giustamente caldo e sapido, dal tannino moderato, persistente in un finale coerente e fruttato.

Mammeglio 19

Infine, l’ultimo arrivato: 100% Shiraz. Rubino scuro, intenso e intrigante: naso piccante e speziato, a cui si aggiunge tanto ribes nero, visciola, prugna fresca, viola, chiodi di garofano, incenso e cacao. Al palato è caldo, setoso, sapido, speziato, lungo in una bocca speziata e floreale.

Masseria La Cattiva
MASSERIA LA CATTIVA – https://masserialacattiva.it/

Particolare poi Masseria La Cattiva di Sammichele di Bari, la novità di produzione naturale, nata dal progetto di sette amici e soci: Leonardo Di Vincenzo (fondatore di Birra del Borgo), Paolo Bertani e Alfredo Colangelo (suoi storici collaboratori), Loreto Lamolinara, Michael Opalenski e i coniugi Manfredi e Marianna Pastore Bovio. Amici accomunati dalla passione per il mondo delle fermentazioni e del vino naturale, che coltivano interamente in biologico i loro tre ettari di vigna. In cantina: nessun lievito aggiunto, solo fermentazioni spontanee, zero chimica, zero solfiti e nessuna filtrazione, per raccontare in modo leggero e conviviale un modo alternativo di fare vino, fuori dagli schemi, ma senza le pretese di insegnare nulla a nessuno. Così è se vi piace, insomma!

I vini de La Cattiva

Ho trovato interessante La Cattiva Bianco (100% Trebbiano abruzzese) e La Cattiva Rosso (100% Primitivo), frutto di solo 24 h sulle bucce e niente legno. Vini sicuramente fuori dagli schemi, ma dotati di personalità. Sono rimasta perplessa dalla scelta della lattina de La Spettinata Bianca (100% Trebbiano rifermentato con il suo mosto) e non per il gusto…la lattina è davvero troppo ‘oltre’ per me!

La Doc Roma
LA DOC ROMA

Una menzione speciale per il banco d’assaggio della Doc Roma, una denominazione che, non senza tante difficoltà e pregiudizi, sta guadagnando piano piano terreno nel mercato nazionale ed estero e, obiettivo fondamentale, nel cuore e nella fiducia del consumatore finale. Presente all’appello, nell’ottenere ottimi riscontri presso questo banco, ovviamente la Cantina Emanuele Ranchella, con il suo Roma Doc Bianco Classico Ad Decimum 19, che è stato anche protagonista di una degustazione guidata Fis di grande partecipazione.

LE DONNE DEL VINO – https://ledonnedelvino.com/

Altro banco di grande rilevanza quello dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, in cui sono stata accolta dal sorriso di Floriana Risuglia, avvocato, segretario UGIVI. vice delegata Donne del Vino Lazio, docente ONAV, da sempre attiva promotrice delle finalità di questo importante ente, di valorizzare il ruolo delle donne nella filiera produttiva e promuovere la cultura del vino.

Giovanni e Pina Terenzi, Saula Giusto
GIOVANNI TERENZI – https://www.facebook.com/vinigiovanniterenzi

Un secondo incontro presso lo stesso banco, per me difficile da dimenticare, è stato quello con Pina e Giovanni Terenzi, suo papà: un’azienda e un personaggio che hanno fanno ormai parte della storia stessa del Cesanese del Piglio e della produzione vinicola di qualità di tutto il Lazio.

Fondata alla fine degli anni 50 da Giovanni e sua moglie Santa, presso La Forma (FR), che si sono sempre occupati personalmente dei propri vigneti, tutti di proprietà, oggi viene condotta anche dai suoi tre figli.

La gestione di vigneti e cantina è sempre stata caratterizzata da sacrificio, passione e uso delle più moderne tecnologie, ma sempre nel rispetto della propria terra.

All’inizio degli anni 90, nonostante la forte crisi del mondo agricolo e vinicolo di allora, Giovanni decide, controtendenza al tempo, di rilanciare il vitigno principe del proprio territorio: il Cesanese del Piglio Doc. Recupera i vecchi vigneti del nonno e seleziona il Cesanese d’Affile da reimpiantare nei nuovi vigneti, avvalendosi della collaborazione di un amico agronomo e dell’attuale enologo e trascinandosi tutta la propria famiglia in questa “sfida”. Una sfida vinta, anche per la valorizzazione di altri vitigni autoctoni come la Passerina, che ci ha regalato da allora vini di grande qualità che rappresentano con grande coerenza questo importante territorio del Lazio.

Giovanni Terenzi
Passerina del Frusinate V Santa 20
Passerina del Frusinate V Santa 20

100% Passerina, affina 6 mesi in acciaio e 3 mesi in bottiglia. Classico il colore paglierino, molto brillante. Al naso colpisce per intensità, presentando una coppa mista di pera e pesca mature, condite con una spruzzata di limone e circondata da mughetto e ginestra. agile al palato, fresca e tanto sapida, chiude leggiadra lasciando una bocca buona e coerente.

Cesanese del Piglio Docg Riserva Vajoscuro 18

Cesanese d’Affile 100%, affinamento: 12 mesi in tonneau di rovere e 12 mesi in bottiglia. Vino molto premiato, emblema della cantina. Vajoscuro (guado oscuro) è il nome della zona dove insiste la vigna storica dell’azienda. Rubino intenso, offre immediate note floreali di violetta, rosa e ferrose, che si arricchiscono di frutta rossa croccante, mirto, cacao, soffio mentolato, spezie dolci e una nota smaltata molto raffinata. Elegante, regala una beva già armonica, ma in evoluzione, giocata molto tra fresca finezza, coerenza, struttura, tannino setoso e note minerali che allungano il sorso.

CASALE VALLECHIESA – https://www.casalevallechiesa.it/

Uno degli ultimi incontri della serata, che mi ha lasciato uno dei ricordi migliori, è stato quello con Cristina Piergiovanni, altra forte e gentile Donna del Vino, titolare di un’altra eccellenza laziale: Casale Vallechiesa, i cui vigneti sono abbarbicati lungo le pendici delle circostanti colline di natura vulcanica, nel cuore del Frascati Doc e Docg, che si estendono fino alla località Pietra Porzia, a pochi km da Roma. Oggi Aristide Gasperini, assieme a sua moglie Cristina e al figlio Bruno, conduce l’azienda creata nel 1990 da Bruno Gasperini Senior, creando una continuità all’origine familiare della produzione e commercializzazione del vino che risale al 1880 e che ha coinvolto ben cinque generazioni di viticoltori e commercianti di vini che vendevano il proprio vino nella Capitale. La famiglia si avvale della consulenza tecnica dell’enologo Carlo Roveda, che collabora con la famiglia Gasperini a valorizzare i vitigni che esprimono al meglio un territorio unico. Un progetto di continuo miglioramento e sviluppo, con un’attenzione rigorosa alla qualità, anche per mezzo di tecniche di lavorazione all’avanguardia, che consentono comunque una produzione in quantità limitata.

Frascati Superiore Docg Riserva Heredio 18
Frascati Superiore Docg Riserva Heredio 18

Ho assaggiato il loro vino più rappresentativo : Malvasia Puntinata 70%, Greco 15%, Bombino 15%, affina 6 mesi in acciaio, 4 mesi in tonneau, ulteriori 8 mesi in bottiglia.

Giallo dorato, prorompente e ampio: banana, frutto della passione maturo, agrumi, pera, albicocca, inseguiti da gelsomino, glicine, menta, salvia, lavanda, su un finale di pietra focaia. Il sorso è elegante, pieno, minerale, morbido, speziato, di struttura e chiude con una lunga persistenza coerente, che appaga.

Non ci resta che attendere il prossimo VinoXRoma!