Finalmente a Roma viene presenata la FIVI Lazio!
Domenica 31/03/2019 si è svolta a Roma, presso WEGIL – https://www.wegil.it/ , il bellissimo storico palazzo ex GIL di Trastevere (restaurato grazie alla Regione Lazio ed innaugurato, alla fine del 2017), la prima degustazione dei vini prodotti dai vignaioli indipendenti del Lazio, tutti aderenti alla FIVI.
La FIVI (La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) è una lodevole iniziativa di grande valore etico (costituita nel 2008 e che conta più di 1200 vignaioli iscritti), che ha lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità ed autenticità dei vini italiani e garantendo la produzione, a partire dal lavoro in vigna fino al prodotto finale. La FIVI raggruppa viticoltori che devono seguire precise norme deontologiche: coltivano le proprie vigne, imbottigliano il proprio vino, curano in prima persona il proprio prodotto che vendono tutto, o parte, del proprio raccolto, in bottiglia con il proprio nome e la propria etichetta. I federati rinunciano inoltre all’acquisto di uva e vino a fini commerciali; possono comprare uva soltanto per estreme esigenze di vinificazione, o, nel caso di viticoltura di montagna, per salvaguardare il proprio territorio agricolo. Gli aderenti devono inoltre rispettare le norme enologiche della professione, limitando l’uso di additivi ed impegnandosi a produrre uve sane che non abbiano bisogno di troppe trasformazioni e sofisticazioni in cantina. Devono difendere gli interessi dei propri aderenti in ambito morale, tecnico, sociale economico ed amministrativo. La FIVI ha inoltre la missione di: partecipare alle politiche di sviluppo viticolo nazionale ed europeo; proporre misure economiche e norme legislative nell’interesse della federazione; promuovere un’organizzazione economica del vino sostenibile; dialogare con i poteri pubblici al fine di esprimere le proprie problematiche; coordinare e dare forza alle azioni delle delegazioni locali con il contributo delle delegazioni di zona; promuovere la creazione di nuove realtà territoriali.
I produttori aderenti etichettano le loro bottiglie con il logo della Fivi, garantendo al consumatore il rispetto delle norme dello statuto e offrendo vini di alta qualità, originali e dalla grande personalità. Da questa bella realtà sono nate tante delegazioni regionali e/o locali, che hanno il fine di rispondere alle specifiche esigenze e problemi dei relativi territori e vignaioli aderenti, sempre interfacciandosi con la federazione.
Una delegazione in fase di realizzazione è quella dei Vignaioli Indipendenti del Lazio, i quali hanno appunto creato ed organizzato l’evento presso Weigl. Tale iniziativa è stata fortemente voluta, tra gli altri, dal Consigliere Nazionale della FIVI Luigi de Sanctis (dell’Azienda Luigi De Sanctis) e Francesco Trimani (dell’Azienda Colacicchi), entrambi convinti sostenitori di tutti i principi espressi dalla federazione. Sia Francesco che Luigi mi hanno sottolineato quali siano state le finalità sia dell’evento che della stessa creazione di una delegazione laziale: il rilancio della produzione dei vignaioli indipendenti locali, la riscoperta e la promozione del territorio e dei vitigni autoctoni laziali, la risoluzione ad ampio spettro dei tanti problemi locali. L’evento ha avuto davvero un grande successo, non solo per la grande affluenza di pubblico, ma anche per il risultato di qualità ottenuto sia per l’alto valore ed originalità delle aziende e dei vini in degustazione, sia per le interessanti conferenze in programma.
Le degustazioni sono state organizzate proprio in “stile FIVI”: I banchi d’assaggio sono stati disposti in due sale, con totale uniformità di arredi e senza distinzioni per zona produttiva o per tipologia di vino; poichè la FIVI, mi hanno spiegato i vignaioli, non vuole creare nessuna prevalenza di territorio o azienda o vino, ne favorire una predisposizione del pubblico nella degustazione. E’ inoltre regola specifica degli eventi FIVI che le aziende presenti vengano rappresentate dai produttori in prima persona; fatto encomiabile, sia per rappresentare al meglio la stessa azienda, sia per farsi meglio apprezzare dal pubblico.
Il programma della giornata è stato ricco di interventi e partecipazioni (notevole la partecipazione di ben noti produttori FIVI provenienti da altre regioni!) che, oltre ad avermi personalmente molto arricchita, sono risultati densi di spunti riflessivi e considerazioni importanti sulla viticoltura indipendente, sia del Lazio che dell’Italia tutta.
Il programma degli interventi:
alle ore 12.00 la presidente della FIVI Matilde Poggi, vignaiola in Bardolino (azienda Le Fraghe), ha innaugurato l’evento, seguita dal Prof. Ernesto Di Renzo (docente di Antropologia dell’alimentazione e Antropologia dei patrimoni culturali e gastronomici all’Università di Roma Tor Vergata) e dai i vignaioli Luigi De Sanctis (dell’Azienda De Sanctis) e Ludovico Botti (dell’Azienda Trebotti), che hanno discusso il tema: “La complessità del vino tra storia, cultura ed esperienze del gusto”.
Alle ore 15.00 il noto giornalista enogastronomico Fabio Turchetti, con i vignaioli Luigi Maffini (azienda Luigi Maffini) e Francesco Trimani (Colacicchi) hanno trattato il tema “Il Lazio: meno ma meglio?”, con “incursioni” e digressioni sul tema, ben stimolate dallo stesso Turchetti, del produttore Walter Massa (Vigneti Massa) e del Prof. De Sanctis presenti in sala.
Alle ore 16.00 il giornalista e critico enogastronomico Antonio Paolini, con i vignaioli Walter Massa (Vigneti Massa), Ettore Ciancìco (azienda La Salceta)e Laura Giangirolami (azienda Donato Giangirolami) hanno trattato il tema “I Vini del Lazio: meglio riformare o rifondare?”.
Ultimo imperdibile appuntamento: alle ore 17.00 lo scrittore, docente ed esperto di enogastronomia Giampaolo Gravina, con i vignaioli Michele Fino (azienda Cascina Melognis) e Silvia Brannetti (azienda Riserva della Cascina), hanno trattato il tema “Radici, mani, palati. Il vino artigianale non si fa da solo”.
Quello che ha reso davvero unica l’esperienza di tutte le descritte conferenze è stata la viva ed accesa partecipazione di tutti i produttori, oltre che dei moderatori: nella maggioranza non hanno mai lasciato la sala nel corso delle ore trascorse (se non per avvicendarsi doverosamente ai banchi d’assaggio), rendendo palese a tutti i partecipanti la forte passione e motivazione con cui fanno il proprio lavoro. Degna di nota anche l’adesione dei Vignaioli di altre regioni, quali Luigi Maffini, Walter Massa, Ettore Ciancìco e Michele Fino, i quali non hanno certo avuto timore di affrontare un viaggio ed una giornata impegnativi, pur di dare il loro supporto e la loro adesione a questa mirabile iniziativa. Anche questo è un comportamento in linea con le regore etiche della FIVI e dei suoi vignaioli! Potrei riassumere, in maniera molto concisa, il filo conduttore di tutti gli interventi, che andrebbe oltremodo approfondito, nella situazione “luci ed ombre” della viticoltura laziale: le ombre sono costituite da una situazione attuale che non ha ancora la rilevanza, sia in campo nazionale che internazionale, che si merita; dal dover fare ancora i conti con un passato, risalente al dopoguerra, in cui la qualità produttiva è stata quasi del tutto eliminata in favore della grande quantità; dalla disorganizzazione e poca cooperazione delle realtà locali (che valorizzerebbe il territorio e potrebbe realizzare promozione e vendita); dalla poca sperimentazione e ricerca per il recupero di antichi vitigni autoctoni di qualità, abbandonati da anni; oltre che da tanti ulteriori problemi, a cui si è appena accennato. Le “luci” della viticoltura laziale si possono percepire nella innegabile alta qualità della piccola produzione; nell’affacciarsi di tanti giovani vignaioli alla produzione di vino con passione, impegno e caparbietà, spesso anche in mancanza di un sicuro profitto; nel voler valorizzare i vitigni autoctoni laziali al massimo delle loro potenzialità; nella determinazione dei vignaioli indipendenti di voler cambiare la situazione, garantendo sempre, però, integrità ed alta qualità dei vini che si producono (in altre palole: non ad ogni costo e non scendendo a compromessi)…ed il discorso potrebbe continuare all’infinito.
Tutte le aziende presenti in degustazione erano davvero di alta qualità e meriterebbero, senza dubbio, di essere citate tutte! In realtà, tra un intervento e l’altro, ho trovato il tempo per conoscerne, in mariera più approfondita, sono qualcuna.
Azienda Luigi Maffini – https://www.luigimaffini.it/?lang=it
Via Serri, 34/D, 84050 Giungano SA
Un’azienda che non ha bisogno di presentazioni: espressione tra le migliori dei vini del Cilento. Ad accogliere i visitatori al banco lo stesso Luigi e la moglie Daniela Maffini. Devo ringraziare la cortesia di entrambi e, mi preme dirlo, la pazienza di Luigi, titolare ed enologo dell’azienda, che mi ha regalato una lunga conversazione, molto profiqua, sui vitigni autoctoni laziali e campani e su tanto altro. Dal 1996, anno di fondazione della sua cantina, con costante passione e dedizione, Luigi segue con davvero grande cura i suoi vigneti dai quali, con rigorose vinificazioni, realizza vini che hanno un’impronta moderna, ma che non tradiscono affatto il loro profondo e imprescindibile legame con la terra. Proprio la territorialità dei vini di Luigi Maffini fa della cantina punto fermo, un un esempio qualitativo da cui partire se si vuole conoscere e capire fino in fondo il terroir cilentano: sono tutti vini che stupiscono e che sono dotati di indiscusso fascino.
Degustazione:
Davvero ottimo il Kràtos 2018, un Fiano paradigmatico, intenso, di ottima struttura e di grande mineralità; così come il Klèos 2016, un Aglianico molto giocato sulla finezza, dalla perfetta spalla acida, molto lungo e pulito.
Azienda Luigi De Sanctis – http://www.frascati-desanctis.com/
Via di Pietra Porzia, 50, 00044 Frascati RM
Al banco erano presenti, oltre a Luigi, anche la moglie Daniela ed il figlio Francesco, enologo dell’azienda. Piccola realtà a conduzione familiare, sita nel cuore dei Castelli Romani, biologica e di eccellenza, che mi ha molto colpita (oltre che per la grande cortesia e simpatia) per il riconoscibile stile produttivo. Propone vini netti, estremamente puliti ed eleganti, ricchi della componente minerale caratteristica del territorio. Si trova a sud di Roma, nella verde campagna di Frascati, nell’area dell’antichissimo lago Regillo. Gli elementi che dunque caratterizzano maggiormente la cantina, dotata di certificazione biologica, sono: il rispetto del territorio e dei cicli naturali, la tradizione e le tecnologie di vinificazione, la massima attenzione alle fasi di produzione. Da tutto ciò si ottengono ottimi vini, eleganti, tutti dotati di notevole mineralità e freschezza. Nota di merito anche per le etichette, che ho trovato essenziali, ma estremamente eleganti, proprio come i vini i prodotti!
Degustazione:
tutti ottimi i vini presentati, ma mi ha molto entusiasmata l’Abelos 2018, una Malvasia Puntinata davvero notevole, profumata ed elegante, in perfetto equilibrio, molto persistente.
Casale Certosa – http://www.vinilacertosa.it/
Via Stazione di Pavona, 93 – 00134 S.Palomba – Roma
Presenti all’evento i titolari: i fratelli Antonio e Fausto Cosmi. Antonio mi ha descritto il terreno particolare su cui crescono i vigneti (in gran parte vulcanico ma che, trovandosi in realtà ai piedi del Vulcano Laziale, ha anche componenti limacciose/argillose che donano struttura ai vini) e la filosofia che determina la produzione dei suoi vini: coltivare uve sane in vigna (in cui si è valorizzato il terroir anche nella scelta dei vitigni) per “operare” il meno possibile in cantina e cercare di produrre nel modo più naturale possibile, ma senza prese di posizione assolute, sempre al fine di ottenere qualità.
Degustazione:
vini tutti molto interessanti e particolari ed ho davvero apprezzato la Malvasia Puntinata 2016, per la grande struttura, la notevole sapidità e la buona predisposizione all’invecchiamento.
Agricola Arianna de Rosa – Palazzo Prossedi – https://palazzoprossedi.it/
Piazza Umberto I, 14 – 04010 Prossedi (LT)
Presente al banco la titolare Arianna de Rosa con un bellissimo nipotino, una bella signora che ha un’interessante storia da raccontare. La tenuta si trova a Prossedi, antico feudo dei principi Gabrielli Falconieri ed vigneti sono siti sulle colline che si affacciano sulla valle dell’Amaseno. Le uve vengono vinificate nella cantina del palazzo, un edificio antichissimo e di grande valore, non solo storico, risalente al 1100. Dalla metà del ‘800 e fino al 1998 il vino prodotto è stato venduto sfuso; dal 1998 la signora de Rosa di Villarosa, venuta in possesso della tenuta dalla Madre Giacinta del Gallo di Roccagiovine, ha cominciato ad imbottigliare il vino rosso. Particolari i vitigni coltivati: Sangiovese, Montepulciano, Merlot e Barbera. Inoltre nel 1950 il nonno della signora De Rosa impiantò, sul terreno denominato Sterparo, prevalentemente Sangiovese, poi Barbera, Merlot e Canaiolo Bianco; un vigneto che ha ben 70 anni e dal quale si ottengono due splendidi vini: L’Altaeca (vino bianco prodotto con il Canaiolo Bianco) e Lo Sterparo (prodotto con i restanti vitigni a bacca rossa).
Degustazione:
è stato possibile degustare Lo Sterparo in una sorta di mini verticale nelle annate 2009, 2010, 2011 e 2013, un vino che ho trovato davvero interessante, di grande qualità e che ho potuto apprezzare nelle sue varie sfumature. In particolare mi ha conquistata l’annata 2009, forse anche perchè, come mi ha sottolineato la signora Arianna, è un vino che ha decisamente bisogno di invecchiare: potente e suadente al tempo stesso, in perfetta sintonia tra potenza ed eleganza, in poche parole ottimo.
Ecco le altre aziende che vorrei porre in evidenza:
Azienda Riserva della Cascina – http://www.riservadellacascina.it/
Azienda Antonella Pacchiarotti – http://www.vinipacchiarotti.it/azienda/
Palazzo Tronconi – http://palazzotronconi.it/
Cantina Damiano Ciolli – http://www.damianociolli.it/
Articolo a cura di Saula Giusto – pubblicato su Vino.tv il 04.2019