Di Saula Giusto
La scorsa domenica 18.10.20 ho collaborato ad organizzare presso il ristorante Il Bacaro di Roma un evento di cui sono molto contenta: Wine & Brunch Puglia Edition. Il secondo degli appuntamenti settimanali che questo locale romano di qualità riserva all’enogastronomia territoriale d’eccellenza.
Quando si pensa alla Puglia, la nostra mente ci presenta immediate istantanee di mare turchese battuto dal vento caldo del Salento, di scogliere scoscese del Gargano, di trulli assolati del barese, di colori accesi di Manduria e ci fa odorare e assaporare mentalmente i prodotti potenti di queste zone.
Ma esiste un’altra Puglia, più a nord, antica e importante, meno nota e meno battuta dal turismo di massa: la Daunia, terra aspra della provincia di Foggia, strategica fin dai tempi degli antichi romani che qui posero il crocevia fra le vie consolari Appia, Traiana e Adriatica.
Terra che racconta una storia mista a mito: si narra infatti che qui l’eroe greco amico di Ulisse, Diomede, durante il viaggio di ritorno dalla guerra di Troia, decise di fermarsi affascinato dalla figlia del lucomone Dauno.
Terra dalla straordinaria vocazione vitivinicola, che crea vini quasi nordici, dato il suo particolare terroir. Questo territorio corrisponde infatti alla parte settentrionale della Puglia e comprende la zona del Tavoliere, il promontorio del Gargano e il Subappennino dauno. Pianura, montagna e mare ne compongono il tessuto composito, in un caledoiscopio di colori e profumi creati dal grano del Tavoliere, fitta vegetazione del Parco Nazionale del Gargano, grotte e fondali marini blu e variegate distese di ulivi e viti.
Grande il patrimonio ampelografico della Daunia, che propone vitigni autoctoni o mutuati dalle regioni confinanti o limitrofe, poco o per nulla diffusi nel resto della regione, che qui regalano risultati di grande livello.
I terreni calcarei, argillosi e sabbiosi hanno infatti rappresentato l’habitat perfetto per alcuni vitigni a bacca bianca come il Bombino Bianco o il Trebbiano o il Minutolo, straordinario vitigno aromatico, che sorprende per l’intenso corredo olfattivo mediterraneo, originario della Valle d’Itria!
Ma questa terra è anche patria di rossi corposi o meno, ma sempre eleganti, prodotti da Montepulciano, dal raro Susumaniello (Somarello), dal Tuccanese o Uva Zagarese, altra perla rara e, soprattutto, quale re incontrastato di questo areale, dal Nero di Troia, un incredibile vitigno autoctono vinificato prevalentemente in purezza, che se domato con sapienza assume due eccellenti caratteristiche: eleganza e longevità
In questo luogo tanto vocato nasce Domus Hortae, l’azienda della famiglia Fioretti, impegnata da sempre nella coltivazione di vigneti, che cura con massima dedizione e passione sin dal 1788, valorizzandone le proprie produzioni, ubicate a Passo di Grassano una delle contrade adiacenti alla Locatione d’Horta , contrade tra loro collegate da camminamenti sotterranei che conducono sino al centro abitato, proprio dove era ubicata la Domus di Federico II.
Al di sopra di tali corridoi sono impiantati i vigneti di famiglia. L’agro ortese è caratterizzato da un suolo alquanto eterogeneo e diversificato nelle varie zone che lo identificano. Il microclima, con intensa radiazione luminosa e terreni ricchi di calcare, fa sì che la vite affondi radici lontane in questo ambiente.
L’insieme di tutti questi fattori crea un microambiente che dona ai vigneti, di questa meravigliosa terra sita nel cuore del Tavoliere, particolari caratteristiche. Circondati da monti e da mari, riescono a produrre uve i cui vini avranno complessità aromatica, importante dotazione di alcool ed un corpo consistente.
In particolare, i terreni dell’azienda sono di medio impasto, calcarei, sub-alcalini e con presenza di scheletro intorno al 20%. La loro tessitura, grazie all’ottimo drenaggio ed alla presenza delle rocce sedimentarie che lo compongono, dona ai vini mineralità, struttura e alcolicità importante. Il complesso di queste caratteristiche offre la possibilità alle piante di vegetare e di dare al frutto la sua caratteristica tipica, nonché unica, peculiare alla produzione di vini eleganti con una personalità intrigante.
Il forte connubio tra passione e lavoro, ardore e fatica, trasmesso da padre a figlio, ha permesso di lasciare in eredità, oltre ai terreni e ai vigneti, l’amore e la dedizione alla terra alle generazioni della famiglia.
Nel cuore di questa terra, ancora oggi, la famiglia Fioretti, con moderno spirito imprenditoriale, arricchisce l’azienda con competenze tecniche specifiche nella coltivazione e conduzione della vite impreziosendo ciò che l’antica tradizione di una famiglia ha lasciato come passione.
Dopo oltre due secoli dediti alla coltivazione della terra ed in modo particolare della vite, la Domus Hortae produce vini dalle proprie uve da circa dieci anni
L’amore per la terra lo dimostra l’attenzione, l’assiduo e costante impegno che tutti i membri della famiglia riversano nella cura dei vigneti, prima, e del processo di lavorazione dell’uva in cantina, poi.
La Domus Hortae fa poco uso della chimica. L’obiettivo è quello di offrire ai consumatori un prodotto a residuo zero.
Le erbe infestanti sono gestite con interventi meccanici, favorendo la biodiversità di tutto l’ecosistema vigneto. Le pratiche agronomiche, sono prevalentemente manuali, così come ci è stato trasmesso dai nostri avi, questo per permettere alla vite di raggiungere naturalmente il suo equilibrio con l’ambiente. La specializzazione e la valorizzazione della cultura del vino sono i principi che ci hanno spinto a realizzare la nostra cantina con tecniche enologiche innovative ma rispettose delle tradizioni.
L’attenzione verso la qualità e la scelta di principi enologici d’avanguardia caratterizzano ogni fase della produzione. Contenitori di piccola dimensione e fermentazioni lunghe termo-controllate sono il loro segreto.
Oggi L’azienda viene condotta da Rosanna Melchionda, una bellissima persona e una cara amica.
E domenica Rosanna è stata presente al nostro Wine&Brunch Puglia Edition, presso il ristorante Il Bacaro di Roma, con il marito Pino Fioretti, agronomo, a rispondere a tutte le domande dei commensali, e a far assaggiare i vini che produce. Tutto l’evento è stato condotto nel rispetto delle norme anti Covid 19 vigenti.
– Puglia Minutolo Igt Ti Estì 2019; aromatico, fresco, minerale…un soffio d’estate che spira nel mezzo di una pineta mediterranea.
– Puglia Nero di Troia Rosato Igt Kia Ros 2019; delicato, sapido, sottile, croccante, da godersi come un bianco.
– Puglia Nero di Troia Igt Kalinero 2018; solo acciaio; un puledro scattante, nervoso, ma anche dal sorso docile grazie a tannini già ammorbiditi, varietale.
– Puglia Primitivo Igt Remoto 2018; futtato, ma non troppo, potente ma non muscolare, avvolgente, ma non stancante.
– Puglia Nero di Troia Igt 1788 2018; il Nero nella sua versione più austera, potente, autoritaria, la cui sosta in maturazione in barrique non ne ha mitigato il frutto, ma determinato la pretesa di lungo riposo ulteriore in bottiglia.
Per ulteriori info: https://www.domushortae.com/
Il menù d’ispirazione pugliese proposto da Il Bacaro suggeriva vari abbinamenti molto azzeccati:
3 Antipasti:
Focaccia con prodotti tipici baresi e burrata; Frisella; Cozze gratinate
3 Primi:
Ciceri e tria (pasta e ceci); Orecchiette cime di rapa e crumble di pane; Tiella barese
3 Secondi:
Bombette pugliesi; Calamari ripieni; Polpette di melanzane
2 Dolci:
Pasticciotti; Taralli dolci
E’ stata davvero una gran bella giornata, assolutamente da ripetere!