SHIROYA, il primo ristorante di cucina tradizionale Giapponese a Roma

Il ‘vero’ Giappone apre a Roma

Il 15/04/2019 ha aperto SHIROYA (https://www.shiroya.it/), un piccolo ristorante, molto curato e suggestivo, che propone per la prima volta a Roma, in via Dei Baullari 147, la vera cucina giapponese tradizionale.

SHIROYA è il frutto della determinazione e della capacità imprenditoriale di una giovanissima ristoratrice di talento, Sabrina Bai, che con questo locale ha realizzato l’ambizioso progetto di poter proporre la vera ed autentica cucina casalinga e tradizionale del Giappone nella capitale.

Sabrina, che ha sempre viaggiato molto e che ha sempre manifestato una grande predilezione per la terra e la cultura giapponesi, dopo aver conseguito il diploma di maturità nel liceo britannico internazionale di Roma, si laurea presso la facoltà Politcs, philosophy and Economics della LUISS in lingua inglese. Apre un ristorante nel centro di Roma e, per formarsi, acquisire una visione manageriale dell’attività ristorativa ed ampliare la propria preparazione, frequenta il corso “Progettare e gestire un ristorante di successo”, in cui incontra il docente Dario Laurenzi. Grazie a questo incontro Sabrina riesce a realizzare concretamente il proprio grande sogno: creare a Roma un ristorante di cucina nipponica popolare e tradizionale (SHIROYA), per far conoscere il lontano e misterioso Giappone nella sua dimensione più autentica, casalinga ed intima, attraverso i profumi, i sapori ed il gusto estetico di una cultura culinaria ricca di storia e di sfaccettature, che alla maggior parte delle persone risulta sconosciuta.

La Laurenzi Consulting ha progettato, dunque, la Brand Identity del ristorante e ne ha realizzato il logo, ispirandosi all’iconografia tradizionale giapponese (l’airone che, nella cultura nipponica, rappresenta longevità, buona fortuna e pace). Per gli allestimenti interni sono stati studiati e realizzati elementi tradizionali delle vere trattorie giapponesi e le realizzazioni grafiche sono state create a mano, prendendo ispirazione dagli autentici ristoranti popolari giapponesi (con una netta ispirazione anche ai famosi disegni del maestro d’animazione Hayao Miyazaki).

L’idea del nome Shiroya deriva invece dal cognome di Sabrina: Shiro e Bai in giapponese vengono scritti con lo stesso ideogramma; Shiro significa Bianco e Ya significa “locale, casa”, da cui è stato creato “Shiro-Ya”, il “Locale Bianco”.

Sabrina ha sottolineato: “per far sentire Roma più vicina a questa terra ho viaggiato e lavorato in Giappone con la mia famiglia e il risultato è la nascita di Shiroya!”. E prosegue: “in cucina prepariamo ogni giorno i piatti della tradizione gastronomica giapponese seguendo solo ricette autentiche, guidati dai principi della cultura nipponica: il rispetto dei tempi, l’equilibrio e il rispetto dei sapori popolari.”. Per confermare l’identità autentica di questo piccolo gioiello della ristorazione romana, la Bai ha assunto personale altamente qualificato e competente unicamente giapponese, da lei direttamente selezionato. Il menu di Shiroya è proprio un vero viaggio nella cultura culinaria giapponese più profonda, che ti permette di percepirne parte dell’essenza, attraverso la preparazione di piatti gustosi e raffinati, pur rimanendo comodamente a Roma. Le pietanze sono tutte preparate esclusivamente in casa, comprese quelle che prevedono lunghi procedimenti.

Sabrina ci ha accolti ed ospitati con tanto garbo e cortesia e ci ha offerto un assaggio di molti degli ottimi piatti previsti nel menù, in abbinamento, come da tradizione, ad un sakè di qualità e ad un raffinato tè verde aromatizzato al gelsomino.

E’ possibile abbinare le pietanze anche ad una buona selezione di birre giapponesi ed anche a qualche etichetta di vino di qualità, unica eccezione ad un rigoroso rispetto della tradizione!

Hosomaki Shake (sushi di salmone)

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Sashimi misto

Gyoza (raviolo ripieno di carne di maiale e verdure)

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Agedashi Tofu (tofu fritto)

Curry Udon (carne di manzo al curry e riso)

Kaise Ramen (ramen al sale con un brodo molto delicato con alghe, pesce, calamari, capasanta, calamari, polpette di pesce)

Donburi Honajyu (anguilla fresca sfilettata e e bollita, poi grigliata con una salsa preparata con soia, servita con del riso)

Tamago (una sorta di frittata arrotolata, leggermente dolce e molto saporita)

Chawanmushi (budino di uovo preparato con acqua e funghi, cotto lentamente al vapore all’interno della ceramica stessa in cui viene servito, completato da una polpetta di pesce, vongole e uova di salmone)

Tè verde (aromatizzato al gelsomino)

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Articolo a cura di Saula Giusto – pubblicato su Vino.tv il 04.2019