ROMA MATER VINORUM

IL VIGNETO DI SAN SISTO
Di Mariella De Francesco
Tempo di lettura: 3 minuti

Inaugurato il 29 settembre scorso il vigneto urbano di San Sisto.

Un ritorno alla storia per proiettarsi nel futuro

Questo uno tra i molti rimarchevoli intenti che hanno portato ad impiantare nel cuore della città, nell’antico semenzaio di San Sisto, oggi sede dell’Assessorato all’Agricoltura e Ambiente del Comune di Roma, una vigna pubblica che ospita i vitigni più rappresentativi dell’ampelografia laziale.

UN GRANDE PROGETTO

E’ il primo tassello di un progetto ampio, il Roma Mater Vinorum, frutto della sinergia tra l’Università di Tor Vergata, l’associazione culturale Iter Vitis e con il sostegno e la collaborazione del Comune di Roma, premiato come Itinerario Culturale dal Consiglio d’Europa.

A fianco di un bellissimo e antichissimo cedro del Libano, in un Eden verde di sorprendente bellezza nel cuore di Roma, tra il Circo Massimo e il Palatino, questa vigna urbana guarda contemporaneamente in due direzioni opposte ma tra loro dialoganti: al passato, inteso come storia millenaria di una città che da sempre ha ospitato la coltura della vite entro le sua mura (come testimoniato dai numerosi toponimi ancora in uso), tradizione interrottasi con le radicali modifiche urbanistiche seguite all’Unità d’Italia, e ad un auspicabile futuro in termini di sostenibilità e di recupero di un patrimonio culturale preziosissimo, come ricorda l’assessora Sabrina Alfonsi.

Da sinistra Ernesto Di Renzo, docente di Antropologia del turismo, Antropologia dei patrimoni culturali e gastronomici e Antropologia del gusto presso l’Università Tor Vergata di Roma,; l’assessora presso Roma Capitale all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi; il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri

UN IMPIANTO DI OTTO VITIGNI AUTOCTONI

Gli otto vitigni impiantati, su una superficie di circa un ettaro e mezzo, sono come anticipato gli alfieri del territorio della campagna romana e laziale: cesanese, nero buono, mammolo, abbuoto, malvasia puntinata, bellone, trebbiano e verranno vendemmiati nell’autunno del 2027, con una produzione stimata di circa un migliaio di bottiglie.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

Ampio il panorama di obiettivi legati al progetto, illustrati dagli ideatori e sostenitori dello stesso: in primis ripristinare l’antica pratica della viticoltura intra moenia della Capitale, in una sorta di risarcimento storico che restituisca a Roma la caratteristica di città strettamente connessa alle pratiche agricole, come espresso dal prof. Ernesto Di Renzo dell’università di Tor Vergata; laboratorio agronomico open air (grazie anche alla presenza nel vigneto di sofisticati sensori in grado di rilevare la qualità dell’aria e monitorare le necessità della pianta); fucina didattica, con percorsi di visita e studio per le scuole; destinazione attraente sia per i cittadini che i visitatori, proponendo a questi ultimi un itinerario alternativo a quelli già congestionati dai flussi  turistici e mettendo a disposizione dei primi  un luogo, finora sconosciuto, di notevole valore storico e culturale.

LE PROSPETTIVE FUTURE

E’ un progetto che non si ferma a San Sisto, ma è volto a ripristinare la vigna in tutti gli altri luoghi storici della città in cui ve ne sia la possibilità. Nell’attesa di scoprire dove sarà il prossimo vigneto urbano, gli studenti dell’Istitituto Tecnico Agrario Statale Garibaldi, anch’esso attivamente coinvolto nell’impresa, hanno proposto per un brindisi finale alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, che ha ritirato il premio a nome del Comune di Roma, i vini prodotti nelle vigne di proprietà della scuola.

ROMA MATER VINORUM