Premiere presenta la Maison De Venoge

Di Saula Giusto

Penso che in materia di Champagne non si finisca mai d’imparare. Io sicuramente più imparo, in merito, più ho voglia di saperne.

Premiere presenta la Maison De Venoge.

Grazie alla Masterclass “TOP VINTAGE CHAMPAGNE “, il 21 settembre scorso, Première mi ha regalato l’opportunità, in compagnia di un ristretto gruppo di operatori ed esperti del settore, di approfondire la conoscenza ed assaggiare i pregiati champagne di De Venoge, la storica Maison nata nella prima metà dell’800, che oggi possiede la più grande vinothèque del mondo, dove è serbata la riserva dei vecchi millesimati.

Gli Champagne De Venoge in Degustazione

La Maison De Venoge, di recente premiata quale Maison dell’anno da Robert Parker, conserva infatti circa 30.000 bottiglie di vecchie annate di Champagne ancora ‘sur lie’. Da qualche anno la Maison ha deciso di procedere alla sboccatura di poco meno di un migliaio di questi tesori, di cui sono state selezionate ben sei diverse annate, servite in verticale successivamente all’assaggio dei principali champagne di De Venoge, attualmente in commercio.

Ad accompagnarci e condurci in questa esperienza sensoriale eccezionale, di bottiglie uniche, irripetibili, presentate in anteprima mondiale, sono stati tre ottimi relatori: Alessandro Federzoni (direttore commerciale di Premiere, chevalier de coteaux de champagne e chevalier du tastevin); Luca Boccoli (sommelier di fama internazionale, titolare di Selezione Boccoli e vice presidente dell’associazione Noi di Sala) e Gilles De La Bassetière (attuale presidente della Maison de Venoge).

Luca Boccoli, Gilles De La Bassetiere e Alessandro Federzoni

A rendere ancora più piacevole questo evento unico è stato il contrubuto del ristorante La Baia di Fregene: accomodati in riva al mare, con in sottofondo lo sciabordio delle onde, rinfrescati dalla gradevole brezza ed illuminati da un sole ancora vivido di fine estate, avremmo doppiamente apprezzato financo una gazzosa…figuriamoci l’effetto emozionale ‘booster’ nel degustare bollicine di tale eccellenza!

Première in questa occasione ha anche premiato tanti noti ristoranti, clienti di lunga data, che si sono dimostrati quali grandi ambasciatori della Maison e che propongono una cucina di riconosciuta qualità. Un’ideale passerella che ha visto ‘sfilare’ e ricevere il gradito premio: Marco Bottega (patron e chef del ristorante stellato Aminta); Rudy Travagli (chef e head sommelier della stellata Enoteca La Torre a Villa Laetitia); Walter Regolanti (patron e chef di Romolo al Porto); Stefano Chinappi (patron dei due ristoranti omonimi Chinappi di Roma e Formia; Maurizio Nazzaro (patron di I Coloniali – Vino & Cioccolato di Napoli).

Prima dei miei personali appunti di degustazione, una piccola descrizione di Première e Maison de Venoge, i due graditi ‘colpevoli’ di cotanta celestiale degustazione.

Alessandro Federzoni, Direttore Commerciale di Première S.r.l., ci ha raccontato brevemente la storia di questa società, nata nel 2012, che si presenta come la prima distribuzione italiana specializzata esclusivamente in bollicine, forte della considerazione che il mercato enologico nel nostro paese ha registrato, negli ultimi anni, un trend decisamente positivo nel consumo di spumanti. Première è frutto, inoltre, dell’esperienza maturata nel settore vinicolo dai soci fondatori, che vi operano da tre generazioni. Ogni prodotto viene importato e distribuito in esclusiva, in Italia, attraverso una rete vendita composta da 80 agenti professionisti dedicati esclusivamente al mercato ho.re.ca, selezionati ad hoc per poter rispondere, con competenza e disponibilità, ad un target ben preciso di clientela medio alta. Première offre una panoramica sulle produzioni di vini spumanti di piccoli e grandi produttori di fama internazionale, con una particolare attenzione alla zona dello Champagne.

La Maison de Venoge è realmente una delle aziende da cosiderasri storiche dello Champagne, le cui vicende sono indissolubilmente legate anche al successo di questo prodotto, così vincente nel mondo.

La sua storie ebbe inizio a Épernay (ancora attuale sede) nel 1837, quando lo svizzero Henri-Marc de Venoge, residente in zona da qualche anno, fondò l’omonima Maison.

Henri Marc ad un anno dalla nascita dell’azienda affiggerà sulle sue bottiglie la prima etichetta illustrata nella storia non solo dello Champagne, ma di tutto il vino dell’epoca: un’etichetta ovale a colori che ritraeva due bottiglie. Un’intuizione di marketing ante litteram di grande successo, che innescò la moda delle etichette illustrate e che consentì alla Maison di vendere un numero enorme di bottiglie, per quell’epoca, nelle corti di tutta Europa. In seguito suo figlio, Joseph de Venoge, attribuì nomi di fantasia ed evocativi alle cuvées (altro primato di successo, all’epoca) e depositò il marchio dell’etichetta ‘Cordon Bleu’, il nastro azzurro emblema dei Cavalieri dell’ordine dello Spirito Santo, presente tuttora su attuali bottiglie e divenuta etichetta iconica dell’azienda e dello champagne in generale.

Il seguito della storia della Maison è un susseguirsi di successi e fama, che sono sempre andati a braccetto con la ricerca di una produzione di qualità, che rispecchiasse sempre il territorio di provenienza.

Una su tutte la realizzazione delle cuvée “Princes”, ideate nel 1858 in onore della casa reale d’Olanda, che si fanno notare (già all’epoca ma ancora oggi), grazie alla creazione di un’elegante bottiglia dalla forma bombata molto inusuale, ispirata dai decanter d’uso nelle corti aristocratiche europee del periodo per servire lo Champagne. Come top di gamma troviamo la cuvée Louis XV, prodotta solo nelle annate migliori e esclusivamente da uve provenienti dai migliori villaggi Grand Cru.

Gil De La Bassettière e Saula Giusto

Oggi la Maison de Venoge è simbolo e ambasciatrice dello champagne nel mondo, grazie ad una storia di prodotti di eccellenza e ricercatezza, che supera i 180 anni!

Ecco le mie personali note di degustazione:

Cordon Bleu Brut Select

Uve: 45% di Pinot nero, 30% di Chardonnay e 25% di Pinot Meunier. 42 mesi sui lieviti.

Giallo dorato, perlage fine.

Naso intenso, ‘scuro’, in cui prevalgono crosta di pane, cereali tostati, hummus, fiori secchi e mela matura sul finale, conditi da canna di fucile e da una nota iodata. Al palato cremoso, saporito, fresco e persistente, ripropone nettamente il frutto e la mineralità.

Princes Extra Brut

Uve: Pinot Noir 35%; Chardonnay 35%; Pinot Meunier 30%. Provenienza: Montagne de Reims, Côte des blancs. Permanenza sui lieviti per cinque anni.

Giallo dorato, perlage fine.

Al naso delicato complesso allo stesso tempo, fine: le lievi note floreali di gelsomino lasciano il passo a note agrumate, specie di cedro, susina, lieve curiosa curcuma, pietra focaia, selce e, di nuovo, netta arriva la nota iodata. Agile e scattante in bocca, dalla bollicina fine, sapido, garantisce un’ottima rispondenza ed un finale lungo che lascia una bocca pulita e molto buona che sa di agrume.

Princes Blanc de Noirs Brut

Uve, 100% Chardonnay di cui il 30% proveniente da vini di riserva, sono state raccolte esclusivamente all’interno di Grand Cru e Premier Cru di Mesnil sur Oger e Trépail. Permanenza sui lieviti di cinque anni.

Giallo paglierino, perlage fine. Naso fine, intenso, agrumato, ma meno complesso: erbe aromatiche, tiglio, cereali, crosta di pane e pietra pomice. In bocca molto fresco, ma dalla mineralità e sapidità più contenute, comunque sempre rispondente, ‘puntuale; lascia una bocca pulita e buona.

Princes Rosè Brut

Uva: Pinot Nero 100%. Uve provenienti da Mesnil sur Oger e Verzenay, Grande et Petite Montagne de Reims, e da altre provenienti da Les Riceys. Cinque anni di permanenza sui lieviti.

Rosa peau d’onion, perlage fine. Regala un naso molto fine che spazia tra fragoline, frutti di bosco freschi e in caramella, roselline, pompelmo rosè, melagrana e che chiude, di nuovo, con una nota iodata e di pietra focaia. Al palato forse un tantino meno fine e lungo rispetto ai Princes precedenti, ma sempre fresco, minerale e decisamente saporito.

Princes Blanc de Noirs Brut

Uva: Pinot Nero 100%. Uve provenienti per l’80% da Verzenay e pe il 20% da Les Riceys 80%.

Giallo paglierino molto brillante, perlage fine. Cinque anni di permanenza sui lieviti.

Al naso di nuovo sfumature e sentori più ‘scuri’: intense note di confettura di ribes bianco e caramella al mirtillo, seguiti da pompelmo giallo, cedro fresco, brezza marina, canna di fucile. La beva è fine, fresca, agrumata, sapida, lievemente mentolata; arriva dritto alla fine lasciando a lungo una pulita e buonissima.

Le Vecchie Annate

Louis XV Brut 2008 (sboccatura 2018)

Uva: Chardonnay 50%, Pinot Nero 50%, raccolte esclusivamente nei migliori Grand Cru e soltanto nelle migliori annate. Sosta sui lieviti per 10 anni.

Giallo tra il paglierino e il dorato, luminoso; perlage estremamente fine. Al naso profondo, complesso, subito pane appena sfornato, cereali, frutta secca, che poi vira verso menta, erbe aromatiche, tanto lime e pompelmo, pietra focaia e iodio. In bocca è cremoso, tanto fresco e sapido e ripete puntuale le sensazioni odorose. Davvero lunghissimo nel finale. Degno figlio di una grandissima annata.

Luis XV 2002 Extra Brut Rosè 2002 (sboccatura 2012)

Uve: 50% Pinot Nero, 50% Chardonnay. Sosta sui lieviti per 10 anni.

Rosa buccia di cipolla, brillante, perlage fine. Naso più maturo, cupo, che regala una caramella ai frutti di bosco, frutta rossa matura, créme de cassis, noce moscata , cannella, poi cipria e talco. Al palato fine, dalla retrolfattiva molto coerente, fresco e saporito, persiste a lungo in bocca, lasciando un lieve sapore amarogolo.

Blanc de Blancs 2002 (sboccatura 2019)

Uve 100% Chardonnay; frutto dei migliori Grand Crùs dell’azienda e di un’annata considerata tra le migliori annate del nuovo millennio; è una tipologia non più prodotta dall’azienda, che ha sostato sui lieviti per ben 17 anni!

Già il colore preannuncia l’eccezionalità del prodotto: paglierino con qualche ‘pagliuzza’ dorata, molto brillante e dal perlage finissimo. Al naso ipnotizza: possiede una finezza indiscutibile, che ti regala un’infinità di piccole ma nette sensazioni olfattive. Tanti fiori, dalla rosa bianca, al glicine, al biancospino, che cedono il passo a alla frutta tropicale ancora croccante, a confetti alla mandorla, blush, un tocco d’agrume, nota iodata, lieve talco mentolato e pietra focaia; semplicemente splendido. In bocca, cremoso, non tradisce le aspettative e, ad una bevibilità gradevolissima, associa finezza estrema ed equilibrio ottimale; grazie a grande freschezza e mineralità, ad una decisa struttura e ad una rispondenza di totale coerenza, che ripropone in bocca i fiori e la frutta, su un finale di iodio e agrume. Lunghissimo…così come per lunghissimo tempo rimarrà nei miei ricordi. Personalmente il vino al top della degustazione.

Blanc de Blancs 2000 (sboccatura 2018)

Uve 100% Chardonnay; ha sostato sui lieviti per ben 18 anni!

Un altro colore incredibile, vista l’età, praticamente identico a quello del precedente ‘fratello’ pù giovane di 2 anni. Al naso il corredo olfattivo cambia parecchio e tutto è più profondo e cupo: alle nette sensazioni di panificazione e prodotti da forno salati e dolci, si aggiunge la frutta tropicale qui matura, l’hummus, una lieve speziatura e, immancabile, il finale iodato. Al palato ha un gran corpo e appaga per freschezza, sapidità e rispondenza, risultando sempre e lungo.

Cordon Bleu Vintage 1996 (sboccatura 2006)

Uve 45% di Pinot nero, 30% di Chardonnay e 25% di Pinot Meunier. Sosta per 10 anni sui lieviti. Altra annata considerata eccezionale.

Giallo dorato pieno, ancora brillante, nonostante l’età; perlage fine. Al naso intriga e incuriosisce: tanta spezia dolce, soprattutto zenzero anche cadito; poi frutta secca, scorza d’arancia, pesca percoca molto matura, caramella mou, tiglio e iodio. In bocca, estremamente cremoso, sorprende per la freschezza e per il frutto fresco, data l’età. Risulta in perfetto equilibrio anche per sapidità e corpo e finisce molto lungo, lasciando una bella bocca pulita. Anche questo vino un gran cavallo di razza.

Blanc de Noirs 1990 (sboccatura 1998)

Uve Pinot Noir 80%, Pinot Meunier 20%, provenienti unicamente dai più pregiati Grand Crùs; ha sostato sui lieviti per 8 anni e goduto di meritato riposo in bottiglia per ben 22 anni!

Giallo dorato molto carico, che risulta ancora puttosto brillante! Al naso è decisamente complesso e ha un impatto tanto speziato, quasi ‘orientale’: curcuma, lieve cannella e macis; poi arriva tanta frutta matura, pompelmo giallo, frutto della passione, misti a ribes bianco in salsa e caramella agli agrumi, acqua di fiori d’arancio, lieve mentolato. In bocca coerentemente complesso, mi ha colpito soprattutto per l’estrema sapidità minerale e per il sapore di fiori d’arancio che si ripropone netto. L’ottimo corpo e, ancora, la grande freschezza collaborano a determinarne l’eccellente qualità, confermata anche da una lunga persistenza in una bocca molto pulita e saporita.

Che dire a conclusione…ringrazio tanto Veronica Laurenza de Il Bacaro di Roma per avermi invitata ad un’eccezionale esperienza, che davvero sarà impossibile dimenticare!