Di Saula Giusto
Il titolo dell’articolo è una libera citazione da una canzone da considerare ormai “vecchia” (del 2000!), di Britney Spears: “Oops!…I Did It Again”. Un titolo ispirato dall’ennesima mia visita alla piccola azienda gioiello laziale Muscari Tomajoli, nel corso della quale ho potuto, ancora una volta, degustare l’eccellenza.
Ho chiesto al suo titolare Marco Muscari Tomajoli di accogliere il nostro piccolo gruppo di ultra appassionati nel primo venerdì di agosto, in un pomeriggio oltremodo caldo e afoso, nel momento dell’anno in cui chiunque vorrebbe essere altrove, compreso lui. Ma Marco, dimostrando i consueti garbo e generosità che lo contraddistinguono, non ha saputo dirmi di no. Un pochino anche perché conosce l’immensa stima che nutro nei suoi confronti e nel grande lavoro che conduce.
Un’azienda che considero un vanto per il nostro Lazio vinicolo.
E anche nel corso di questa visita, appunto, Marco “Did It Again”: i suoi vini si sono confermati ancora una volta eccellenti; anzi, hanno compiuto perfino un “passetto” qualitativo in più rispetto alle annate precedenti.
LA STORIA DELL’AZIENDA
Nata nel 2007 nella suggestiva località di Bandita San Pantaleo, a pochi km da Tarquinia, questa azienda è il frutto della passione e del sogno del papà di Marco, Sergio Muscari. Un ex ufficiale di Marina che, una volta terminata la sua carriera militare, aveva deciso di dedicarsi alla viticoltura.
Dopo la scomparsa di Sergio, Marco ha deciso di portare avanti l’eredità paterna, lasciando il suo precedente lavoro per dedicarsi completamente all’azienda. Con la collaborazione dell’enologo Gabriele Gadenz ha dato vita a questo progetto ambizioso, frutto della volontà risoluta di Marco di creare una produzione vitivinicola di grande qualità.
Le vigne, piantate nel 2007 a 200 mt sul livello del mare, hanno prodotto il primo vino in bottiglia nel 2014, il Vermentino Nethun. Durante la visita, Marco vi ha mostrato i due ettari di vigne a forma di L, con vista sul mare. Questa posizione privilegiata, unita al microclima locale, conferisce ai vini prodotti un carattere unico e distintivo. Il vigneto di proprietà è ubicato nella zona costiera della Maremma laziale e recentemente è stato ampliato di ulteriori due ettari. Grazie alla sua ottima esposizione ed alla collocazione a ridosso di un bosco incontaminato, beneficia di un microclima particolarmente favorevole alla viticoltura, caratterizzato da brezze marine costanti che sanificano le uve. I suoli vocati, argilloso calcarei, e la dedizione di Marco e dei suoi collaboratori completano un perfetto concetto di terroir pregiato.
I VITIGNI COLTIVATI
Le varietà coltivate, Vermentino, Petit Verdot e Montepulciano, si sono dimostrate particolarmente adatte a queste condizioni pedoclimatiche, esprimendo al meglio le proprie potenzialità. A tali varietà si aggiunga una piccola porzione di vigneto “sperimentale” di Alicante, che per il momento Marco ha deciso di non vinificare, soprattutto per la grande precocità di maturazione delle uve.
LE ETICHETTE: UN CONNUBIO TRA ARTE, STORIA E MITO DEL TERRITORIO
Un tratto distintivo ed un punto ulteriore di valore dell’azienda sono la cura e l’attenzione dedicate alle etichette, espressione al tempo stesso di grande gusto estetico e di un omaggio alla storia più antica del territorio.
In particolare, Marco ha voluto rendere un tributo appassionato alla ricca storia di Tarquinia, tramandandone l’eredità artistica, storica e mitologica etrusca, proprio attraverso le sue etichette. Per realizzare il suo intento, ha dato incarico all’artista Guido Sileoni, che ha sapientemente reinterpretato gli affreschi delle Tombe dell’Orco e dei Baccanti, due tesori archeologici di inestimabile valore.
L’etichetta del rosato VELCA
Per il rosato da Montepulciano in purezza, Marco ha chiesto a Sileoni di rappresentare in etichetta una fanciulla leggendaria del territorio, la “Fanciulla Velcha”, dipinta in un affresco del IV secolo a.C. nella Tomba dell’Orco di Tarquinia, scoperta nel 1868. Chiamata anche la “Monna Lisa Etrusca”, era un affresco già notissimo nel mondo antico per la sua grazia e per il mistero che custodiva. La fanciulla rappresentata di profilo, giovanissima e dotata di grande bellezza, è Velia Spurinna, realmente esistita nel IV secolo a.C., appartenente all’aristocrazia etrusca di Tarquinia. Nipote di Velthur il Grande, celebre condottiero che sconfisse i Greci a Siracusa, e sorella di Avle, vittorioso contro Roma, Velia proveniva da una famiglia di grande prestigio e potere. Andò in sposa e prese il cognome di Arnth Velcha, membro di un’importante famiglia di nobili magistrati. Velia Velcha morì giovane, in circostanze oscure. La sua tomba, fastosa e inquietante, è dominata dall’immagine di Charun, il traghettatore degli inferi. Il demone, con il suo aspetto mostruoso, sembra vegliare eternamente sulla defunta e nel corso dei secoli venne denominato l’”Orco”, dando il nome alla tomba. Nell’etichetta la fanciulla è raffigurata con un uovo in mano, simbolo di fertilità e rinascita.
L’etichetta del NETHUN
Il nome “Nethun” scelto per il Vermentino è un chiaro riferimento al dio etrusco Nettuno, divinità del mare. In etichetta Sileoni ha optato per la rappresentazione artistica di quattro pesciolini, a sottolineare il forte legame del territorio con il mare, l’elemento naturale fondamentale che dona grande sapidità ai vini prodotti.
L’etichetta del PANTALEONE
Il rosso Pantaleone, invece, ci trasporta nella Tomba dei Baccanti: una piccola camera sepolcrale databile ai primi decenni del VI secolo a.C. Uno dei due felini raffigurati sugli affreschi di questa tomba è stato riprodotto sull’etichetta, al fine di dare onore a questo prezioso reperto archeologico.
L’etichetta di AITA
Per il rosso da Montepulciano in purezza, Sileoni ha creato una rappresentazione artistica dedicata al dio etrusco degli inferi, Aita. La figura mitologica equivalente ad Ade nella mitologia greca e a Plutone in quella romana, a voler esprimere il forte legame con la mitologia del territorio.
LA DEGUSTAZIONE
VELCA 2023
Vitigni: 100% NMontepulciano – Vinificazione: acciaio, con bâtonnage – Affinamento: 6 mesi acciaio + 3 mesi bottiglia.
Colore buccia di cipolla brillante. Regala un naso accattivante, estremamente fine, che esula dalle classiche note “confettate” e di floreale spinto, tanto in voga nei rosati contemporanei, ma che li rendono un po’ banali. Gioca piuttosto su note fuse di corbezzolo, melograno, ribes acerbo, rosaspina, su un finale iodato che è la firma dei vini dell’azienda. Al palato molto fresco, sapido, rispondente, di ottima lunghezza. Giovanissimo, bisognerebbe aspettare un po’ per farlo esprimere al meglio…impresa ardua!
NETHUN 2023
Vitigni: 100% Vermentino – Vinificazione: acciaio, con bâtonnage – Affinamento: 6 mesi acciaio 4 mesi bottiglia
Giallo dorato molto brillante, con qualche bagliore verdolino. Al naso affascina e incanta: intense note di bergamotto, scorza di lime, lieve accenno di idrocarburo, ginestra e rosa bianca, lasciano il passo a frutto della passione, lievi accenni balsamici e brezza di mare. Al palato imponente e leggiadro al tempo stesso, regala una beva fresca, saporita, estremamente coerente e lunghissima. Un vino spettacolare, interpretazione di un Vermentino ottenuto dal clone della Corsica, che annata dopo annata entusiasma e convince sempre di più.
PANTALEONE 2023
Vitigni: 100% Petit Verdot – Vinificazione: acciaio – Affinamento: 6 mesi acciaio + 6 mesi bottiglia
Rosso rubino leggermente trasparente. Al naso fine, delicato, ma anche goloso: subito floreale, di rosa fresca, regala in successione note di ribes, fragolina di bosco, prugna fresca; poi lieve muschio e spezie dolci sul finale. Al palato la beva è tutta giocata sulla grande piacevolezza di beva: è agile, fresca, sapida, dal tannino accennato, molto setoso. Finisce lungo lasciando una bocca pulita, fruttata e buona. Il vino che mi ha sorpreso e che ho trovato decisamente migliorato rispetto alle annate passate.
AITA 2021
Vitigni: 100% Montepulciano – Affinamento: 18 mesi in barrique T5 Taransaud + 9 mesi in bottiglia
Rosso rubino scuro, molto consistente. Al naso profondo, complesso, regala nette note speziate di incenso e chiodo di garofano, tabacco scuro, hummus, ben fuse con sentori di amarena e piccoli frutti di bosco maturi, su un finale mentolato e leggermente fumè. In bocca sontuoso, avvolgente, con tannini importanti, ben integrati, buona freschezza e sapidità. La chiusura è decisamente lunga, persistente, e lascia un piacevole sapore speziato e di affumicato. Ancora un bambino, che promette una maturità davvero di grande pregio.
Non resta che aspettare la prossima annata per sicure conferme e sorprese: sono sicura che, ooops! Muscari Tomajoli lo farà di nuovo!
INFO:
Indirizzo: Strada Bandita del Casalnuovo, Tarquinia (VT)
WEB SITE: https://www.muscaritomajoli.it
EMAIL: vinimuscaritomajoli@gmail.com