Ômina Romana, quando le grandi ambizioni diventano realtà.

Di Saula Giusto

Qualche giorno fa sono ‘approdata’ nella nota Ômina Romana, una grande impresa vitivinicola che sta emergendo, a grandi passi, nel panorama enoico nostrano e internazionale.

L’azienda racconta una storia totalmente inversa e differente, rispetto a quelle che siamo abituati ad ascoltare quando si parla di viticoltura laziale.

Una storia di un grande investimento; del sogno di un industriale tedesco amante e conoscitore di vino, ma non erede di azienda vitivinicola; di una grande ambizione di competere con le grandi aziende blasonate francesi; della determinazione di affacciarsi dalla prima annata sui mercati internazionali ad altissimi livelli; della fiducia nelle potenzialità del territorio laziale, così tanto bistrattato. Una storia simile ad imprese tentate e riuscite in altre regioni, a partire dalla Toscana, alla Sicilia, al Veneto, ma non certo nel Lazio!

Il tutto partendo da zero: dall’acquisto di un terreno reso completamente spoglio e ‘vergine’, per realizzare un progetto lungo poco meno di vent’anni, che ancora prosegue.

Innamorato da sempre dell’Italia e dei suoi vini, l’imprenditore Anton F. Börner per diversi anni è andato alla ricerca di un investimento nel settore vitivinicolo del nostro Belpaese, per realizzare un obiettivo di grande portata.

Anton F. Börner

Dopo aver preso in considerazione differenti territori, partendo dai più noti, il suo interesse, udite udite, venne attratto dai Castelli Romani, dalle dolci colline verdi, figlie del grande Vulcano Albano, che guardano Velletri da un lato e che dall’altro si affacciano sul Mar Tirreno. Nel 2007 inizia l’avventura.

Börner ripete come un mantra: “Avrei potuto acquistare in Piemonte, in Toscana, ma tra quei grandi sarei stato uno dei tanti”. In questo territorio si sente invece un pioniere innovatore, con un grande progetto sul vino di Roma, destinato al mondo, con l’orgoglio di poter contribuire a valorizzare un’area così bella e poco considerata.

Con approccio scientifico e rigoroso, ha coinvolto perfino l’Università tedesca di Hochschule Geisenheim e quelle di Firenze e Parma, per analisi approfondite sulle condizioni pedoclimatiche dei terreni selezionati, appurando senza alcun’ombra di dubbio che si trattava di un suolo ideale per la vite. Così è nato il marchio Ômina Romana, che produce vino di qualità nel rispetto dei ritmi della natura, ma anche grazie alla gestione di vigna e cantina con metodi scientifici ed iper organizzati, come determinato dal teutonico titolare.

Quali sono le caratteristiche d’eccellenza dei loro terreni? Una situazione geologica preziosa: la complessa attività dell’enorme Vulcano Laziale (Albano), in un periodo durato circa 700.00 anni (a partire dall’iniziale attività del complesso Tuscolano Artemisio), ha creato preziose stratificazioni minerali, sabbiose ed argillosa, capaci di donare qualità organolettiche eccellenti alle uve. Il clima perfetto: la brezza marina e il vento fresco da Colli Albani garantiscono grappoli sani, poiché godono di un clima mitigato; i Monti Lepini creano una barriera per i venti più estremi, proteggendo dalle gelate primaverili e l’escursione termica giornaliera crea vini intensi e profumti.

La passione dei proprietari per la nostra storia antica li ha ispirati per creare un nome (registrato nel 2012) omaggio alle origini viticole di questi luoghi, parecchio frequentati prima dagli Etruschi e poi dai nostri avi Antichi Romani. Il termine latino ‘ÔMINA’, “buoni presagi”, è infatti stato scelto per la predilezione dei nostri avi per i vaticini. L’aggiunta di ‘ROMANA’ è un chiaro ulteriore omaggio alla nostra storia antica. I nomi dei vini prodotti si riferiscono alle antiche divinità agresti di epoca romana. Il logo dell’azienda è invece una fenice che risorge dalle sue ceneri, auspicio per la rinascita dei vini di qualità di questo territorio, così vocato e in auge nei tempi antichi.

Paola Pacheco e Anton F. Börner
Paola Pacheco
Katharina e Anton F. Börner

Katharina, la figlia di Anton Börner, oggi lo affianca al 100 % nella conduzione dell’azienda, con la valida collaborazione di Paula Pacheco, agronoma responsabile della gestione tecnica  dell’azienda, che ha partecipato sin dall’inizio alla nascita di questo grande sogno. Il giovane enologo Simone Sarnà gestisce invece la cantina, con la consulenza del noto enologo Claudio Gori. In vigna lavorano in maniera stabile 25 collaboratori, nati e cresciuti in zona, ma formati a dovere da Ômina.

Oggi l’azienda detiene la proprietà di ben 80 ettari, di cui 60 vitati, dall’aspetto curatissimo, incastonati tra mare, monti e boschi che sembrerebbero collocati ad arte, a creare un perfetto ecosistema e migliorare ancor di più un perfetto terroir. La produzione si attesta sulle circa 150.000 bottiglie l’anno.

Ogni attività in vigna è frutto di indagine scientifica, logica, precisione, per ottenere l’ottimale irradiazione solare, composizione chimica del suolo, idratazione, al fine di raggiungere il miglior risultato possibile. Le forme d’allevamento a cordone speronato e guyot hanno alta densità di impianto (5.600-6.400 ceppi per ettaro) e le produzioni si attestano tra i 40 e 70 q. per ettaro a seconda della tipologia di vino prodotta.

Inerbimenti naturali
Inerbimenti naturali

L’azienda lavora, inoltre, nel pieno rispetto della biodiversità e della sostenibilità ambientale del luogo: lavorazioni in vigna con tecnologie e macchine a basso impatto ambientale,a salvaguardia della ricca biodiversità degli inerbimenti naturali; risorse idriche e salubrità dell’aria preservate, anche attraverso l’area di “fitodepurazione” per il recupero delle acque di lavaggio sia delle macchine agricole che della cantina. In cantina si prosegue e conclude la ricerca del miglior risultato realizzabile, nel maggior rispetto della materia prima, che si affida da un lato a raccolta e selezione rigorosamente manuali, dall’altro all’impiego della migliore tecnologia esistente, per ottenere una produzione d’eccellenza. Le uve coltivate sono state scelte con il preciso obiettivo di competere, senza complessi d’inferiorità, sui mercati internazionali: 60% a bacca rossa (tra cui Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Cesanese); 40% a bacca bianca (Chardonnay, Viognier e Bellone), per molteplici linee ed etichette.

Dopo la lunga passeggiata tra le vigne ed il racconto dell’azienda direttamente dal Dott. Börner e da Paula Pacheco, abbiamo raggiunto Katharina sotto un fresco gazebo, per un delizioso light lunch e tanti assaggi che avevo tanta curiosità di provare.

Il Menù è stato creato a cura dello chef Fabrizio Vecchioni di “Semplicemente Totarello” di Cecchina, che ci ha proposto: Prosciutto Mangalica, una fresca Tartare di Chianina con senape, capperi, erbette aromatiche e burratina pugliese; Pecorino di Pienza in crosta di guanciale di Mangalica ed aceto balsamico invecchiato 20 anni; Millefoglie di mozzarella di Bufala e frittielli cotti e crudi; Pici con ragù bianco di Chianina e pecorino di Pienza.

I bianchi
I Rossi

Ecco, finalmente, tutti i miei tantissimi assaggi!

Per info ulteriori e schede tecniche: https://www.ominaromana.com/

Hermes Diactoros II ‘19

Uve: Cuvée delle varietà: Viognier, Petit Manseng, Bellone e Incrocio Manzoni. Raccolta e vinificazione delle uve separatamente in acciaio, affinamento in acciaio tre mesi sulle fecce fini. Assemblaggio ed imbottigliamento.

Giallo dorato, brillante, consistente. Naso intenso: albicocca, pesca percoca, mela gialla, gelsomino, una nota iodata. Anche al palato tanto frutto, coerente, dal calore contenuto, di giusta freschezza, decisamente sapido, di buon corpo, lungo. Ottima partenza, un vino godibile e profumato per un ‘entry level’ di qualità.

Chardonnay ‘19

Uve: 100% Chardonnay. Macerazione a freddo per circa 48; fermentazione e vinificazione in parte in inox, in parte in nuove botti di rovere francese; affinamento 6 mesi in bottiglia.

Giallo dorato, brillante e consistente. Al naso più profondo e complesso: immediata nota fumè, fiori freschi, pesca gialla e banana poco mature, sempre una lieve nota iodata e leggero boisè. Al palato elegante, di grande freschezza, sempre sapido, ripropone la lieve nota boisè a condire una polpa ricca. Chiude fine, lungo e pulito.

Chardonnay Ars Magna ‘18

Uve: 100% Chardonnay. Macerazione a freddo per circa 48 ore, fermentazione in nuove botti di rovere francese; affinamento per 12 mesi in barriques di rovere sulle fecce fini con ripetuti bâtonnage. Dopo l’imbottigliamento, riposa per almeno 12 mesi prima della vendita.

Giallo dorato carico e brillante, consistente. Naso molto intenso, ancora giocato su dolci note regalate dalle soste a più riprese nelle barrique nuove, che preludono ad una futura fusione: vanillina, banana, mango ed ananas maturi, burro, gelato di crema, cardamomo. Al palato, in cui tornano le dolci note vanigliate boisè che spariranno con il tempo, si presenta di corpo, morbido e caldo; sorprende l’emersione della spalla acida e l’abituale sapidità che equilibrano la beva e ti conducono ad una bella persistenza.

Viogner Ars Magna ‘18

Uve: 100% Viognier. Macerazione a freddo per circa 48 ore; fermentazione in nuove botti di rovere francese; affinamento per 12 mesi in barrique sulle fecce fini (con il bâtonnage), poi riposa per almeno altri 12 mesi.

Giallo dorato molto carico, brillante e decisamente consistente. Naso sensuale, complesso, che vira su dolci note quasi da passito: scorza d’agrume candito, albicocca matura e secca, banana matura ed in caramella, lieve soffio piretico, nota iodata finale marcata. Al palato caldo, setoso, di gran struttura e dalle note dolci fruttate marcate, si sostiene grazie ad una buona freschezza e sempre per la spiccata sapidità regalo del territorio. Finisce lungo e saporito.

Merlot Ars Magna ‘16

Uve: 100% Merlot; macerazione a freddo per circa 48 ore; fermentazione a temperatura controllata in inox; macerazione per 10-15 giorni; malolattica in botti di rovere; affinamento in barriques a pori fini per circa 24 mesi. Alla fine del periodo di maturazione, i singoli lotti vengono ‘cuvettati’, poi affina in bottiglia per almeno altri 18 mesi.

Rosso tra il rubino e il granato, unghia granato, leggermente trasparente; consistente. Al naso intenso, ampio, direi ‘tipico ma non troppo’: presenti all’appello ciliegia, amarena, cioccolato fondente, ma fusi con mirtillo, grafite, cenere, netta viola e una nota finale smaltata molto fine. In bocca sorprende per freschezza e frutto croccante, sapidità, in equilibrio con un tannino vellutato non invadente, gran corpo e persistenza lunga e saporita, che chiude l’assaggio con eleganza.

Cabernet Sauvignon Ars Magna ‘16

Uve 100% Cabernet Sauvignon; macerazione a freddo per circa 48 ore; fermentazione a temperatura controllata in inox, con successiva macerazione per 10-15 giorni; malolattica in legno. Affinamento per circa 18-22 mesi in botti di rovere francese a pori fini. Alla fine del periodo di maturazione, i singoli lotti vengono ‘cuvettati’, segue affinamento in bottiglia per almeno altri 18 mesi.

Rubino scuro, poco trasparente, consistente. Al naso tutto si fa più cupo ed accennato: mirtilli maturi, mirto, radice di liquirizia, poi molto tabacco scuro, cacao amaro, hummus, mina di matita, polvere da sparo. Al palato più ‘virile’, dal tannino più marcato, ma sempre fine, caldo di buona freschezza e sapido. Finisce lungo in una bocca che sa di radice di liquirizia.

Cabernet Franc Ars Magna ‘16

100% Cabernet Franc; macerazione a freddo per circa 48 ore; fermentazione a temperatura controllata, in parte in inox, in parte in legno; macerazione sulle bucce per 10-15 giorni; malolattica in botti di rovere, maturazione di circa 18-22 mesi in barriques, bâtonnage. Affinamento in bottiglia per almeno 18 mesi.

Rubino scuro, consistente. Naso fine, intenso, con tanti piccoli frutti a bacca rossa e nera, specie mirtilli e ribes rosso, poi la nota iodata, il leggero chiodo di garofano, la violetta, la rosa, tabacco biondo, grafite, su un finale smaltato raffinato. La beva è più fresca, elegante, in buon equilibrio tra tannini setosi e morbidezza, caldo, sapido, molto lungo. Lascia una bocca pulitissima.

Ceres Anesidora I ‘16

Uve: 50% Cabernet Sauvignon; 50% Cabernet Franc; macerazione a freddo per circa 48 ore; fermentazione in parte in inox, in parte in fermentini a temperatura controllata; macerazione sulle bucce per 10-15 giorni; fermentazione malolattica è seguita da un periodo di maturazione di circa 18-22 mesi in barriques nuove; bâtonnage. Assemblaggio, affinamento in bottiglia per almeno 18 mesi.

Rosso rubino scuro, leggermente trasparente, consistente. Al naso subito intenso, raffinato, molto floreale: viola e rosa molto nette, poi mirtilli, ribes, cassis, spezie, specie incenso, chiodo di garofano, cannella, poi lieve tabacco, minerale scuro. Al palato conferma la sua indole raffinata ed ha già raggiunto un ragguardevole equilibrio tra tannino di seta, freschezza, grande sapidità, giusto calore e corpo, che ti accompagna in un finale lungo in cui persistono fiori e spezie.

Questi i vini serviti con il light lunch:

Cesanese ‘15

Uve 100% Cesanese; macerazione a freddo per circa 48; fermentazione in inox a temperatura controllata; macerazione sui piatti per 10-15 giorni; fermentazione malolattica in legno, maturazione di circa 12 mesi sui propri lieviti in barriques di secondo passaggio, bâtonnage. Invecchiato in bottiglia per almeno 12 mesi.

Tra il rubino e il granato, leggermente trasparente. Al naso recupera l’anima più originale e tipica del vitigno e ricorda tanto un pinot noir, con tante roselline e violette fresche, lamponi freschi, mirtilli, fragoline accennate, poi leggero pepe rosa e grafite. Anche in bocca gioca con eleganza: molto fresco, sapido gradevolissimo, decisamente sapido, delicato ma di struttura, lungo, dritto e saporito fino in fondo.

Diana Nemorensis ‘17

Uve: 50% Merlot; 30% Cabernet Sauvignon; 20% Cabernet Franc; macerazione a freddo per circa 48 ore; fermentazione e vinificazione in parte inox e in parte in botti di rovere francese nuove e usate; il vino matura sul proprio lievito per 6 mesi. 6 mesi in bottiglia.

Rubino abbastanza trasparente, brillante. All’olfatto è delicato, dalle note soffuse, giovanile: roselline, iris, frutta di bosco fresca, caramelle alla mora, poi tabacco biondo, pietra pomice e cenere. A palato è pronto, molto fresco, equilibrato delicato, dalla beva molto piacevole, lungo. Vino molto versatile.