Di Saula Giusto
Un vino dotato di grande personalità e con tanto da raccontare è tornato a Roma il 15.09 scorso, dopo qualche anno e “tanto Covid sotto i ponti”, grazie ad un evento destinato a diventare un appuntamento da non perdere: “Lugana, Armonie Senza Tempo”, alla sua seconda edizione.
Organizzato dal Consorzio Tutela Lugana Doc, l’evento ha visto come espositori ben cinquanta produttori, in una location affascinante e unica, che affaccia sul Cupolone di San Pietro: Villa Piccolomini.
Una manifestazione fortemente voluta dal Consorzio, per far comprendere le tante sfaccettature di un vino figlio di un terroir molto particolare, prodotto con uve 100% Trebbiano di Soave, localmente chiamato Turbiana.
A Roma ed in molta parte d’Italia ancora poco conosciuto, questo vitigno si esprime al meglio in questa denominazione interregionale compresa tra Lombardia e Veneto, collocata sulla pianura alluvionale che inizia dalle sponde meridionali del Lago di Garda e che abbraccia le zone di Desenzano del Garda, Lonato del Garda, Peschiera del Garda, Pozzolengo e Sirmione.
STORIA DEL LUGANA
Zone la cui storia è lunga ed articolata: a partire dall’epoca della grande svolta agraria del 1400, voluta dalla Serenissima Repubblica di Venezia, in cui si iniziarono a bonificare sistematicamente le paludi della zona, al fine di ottenere terreni coltivabili, molti dei quali trasformati in vigneti. Ma la presenza della vite nell’areale è ben più remota: risale a prima dell’Età del Bronzo ed è documentata dai famosi vinaccioli di Vitis Silvestris, ritrovati presso le palafitte di Peschiera del Garda.
La zona geografica della DOC Lugana è dunque molto particolare: è situata al confine tra la Lombardia ed il Veneto (ricade rispettivamente nelle province di Brescia e Verona) e si affaccia sul Lago di Garda. Il territorio è piuttosto omogeneo, in prevalenza pianeggiante. La sua formazione ha avuto origine da un immenso ghiacciaio sceso dalla valle dell’Adige, di cui una diramazione minore ha occupato tutto l’attuale bacino del Lago di Garda. Questo antico ghiacciaio, ritiratosi e sceso più volte nel corso dei millenni, ha formato l’odierno Lago di Garda e le colline adiacenti.
LA DOC LUGANA
Il Lugana è dunque una DOC dal terreno composto da suoli fertili di matrice argillosa e limacciosa, che nella fascia più collinare presentano alcune componenti diversificate: vi sono presenti argille sedimentarie e stratificate di origine morenica, in prevalenza calcaree e ricche di sali minerali, nella fascia più collinare via via più sabbiose. La conseguenza di tali composizioni è che sono terreni difficili da lavorare: compatti e durissimi durante periodi di siccità e molto molli e fangosi con la pioggia. Al contempo, proprio questi suoli creano le caratteristiche organolettiche del Lugana: un ottimo corpo, una buona componente alcolica, acidità, notevole sapidità al palato; sentori molto netti e caratteristici.
Anche il particolare microclima contribuisce a donare personalità a questi vini, grazie soprattutto alle brezze del lago di Garda, che rendono miti le temperature, al pari di zone più tipicamente mediterranee (non a caso ulivi e limoni prosperano un po’ovunque).
La Turbiana in questo terroir si esprime creando un caleidoscopio di sensazioni organolettiche, sia nella versione classica, come bianco fermo, che in quella spumantizzata.
L’attuale disciplinare di produzione prevede ben cinque tipologie di Lugana: la versione base, il Superiore, la Riserva, la Vendemmia Tardiva e lo Spumante.
L’evento a banchi d’assaggio è stato anticipato da una masterclass di approfondimento riservata a giornalisti ed esperti del settore, presentata dal presidente del consorzio Fabio Zenato e condotta da Daniele Cernilli.
La passeggiata tra i banchi d’assaggio mi ha regalato tante riconferme di aziende che, annata dopo annata, dimostrano la loro ferma costanza nel dimostrare qualità. Ma ho anche scoperto tante novità sorprendenti, contenta del fatto che l’Italia vinicola, Lugana incluso, cresce di anno in anno e che…non si finisce mai d’imparare!
GLI ASSAGGI: LE CONFERME
TENUTA ROVEGLIA
Il Limne di Tenuta Roveglia mi piace tanto, sempre. E anche l’annata 2021 dimostra ottime caratteristiche e grande potenzialità d’invecchiamento: giallo paglierino brillante, dai profumi floreali fini fusi con aromi fruttati di mela e pera acerbe, albicocca fresca e accenni già presenti di selce e pietra focaia. Alla beva fresco, minerale, sapido, già equilibrato, lungo e coerente. Promette un ottimo futuro, tanto quanto le vecchie annate in degustazione al banco, che risalivano fino alla ’96, una bottiglia semplicemente impressionante!
FAMIGLIA OLIVINI
Lugana Superiore Demesse Vecchie 2020 è una grande conferma: prodotto esclusivamente da uve surmaturate e selezionate di un unico vigneto di 50 anni, affina lungamente sulle fecce fini e per un 10% in botte. Giallo dorato, brillante, al naso si rivela subito intenso ed interessante, con nette note di erbe aromatiche mediterranee (salvia, menta e maggiorana)., poi cedro fresco, seguito da minerali chiari (selce e ghiaia), pera william acerba, su un finale mentolato. Al palato appagante, elegante, armonico: fresco e sapido, morbido, ripropone il frutto croccante, la salvia ed il finale mentolato e minerale. Finale pulitissimo, lungo e fine.
LE INTERESSANTI NOVITÀ
MONTONALE
Trentacinque ettari di vigneti lambiti dai venti del Garda, creata dal sogno di tre fratelli, Claudio, Roberto e Valentino Girelli, Montonale si esprime a perfezione per mezzo di Orestilla 2019. Un Lugana differente da tutti gli altri assaggi, nato dalla selezione delle uve migliori prodotte nel vigneto Orestilla. Dorato, brillante, propone agrumi dolci, albicocca, ananas sciroppato, lieve spezia, gesso, su un finale salmastro. La beva invoglia ed appaga : fresco, sapido, minerale, coerente, molto fine, si fa ricordare davvero a lungo in una bocca netta, molto pulita e molto buona.
CASCINA MADDALENA
Il Lugana Doc Capotesta 2021 colpisce per l’elegante bottiglia alsaziana, guarnita da un’etichetta in cui è disegnato un curioso elettroencefalogramma, inserito per rappresentare che i titolari hanno sempre in mente il loro Lugana. Giallo tra il paglierino e il verdolino, regala un naso intenso e fine di frutta a polpa bianca, note floreali e sbuffo salmastro. In bocca è “dritto come un fuso”, molto fresco, minerale, sapido e persistente, elegante. Un Lugana molto territoriale, che non cede a nessuna leziosità.
MARIDA BENEDETTI
Prima annata, primo evento, un unico Lugana (il 2021) al momento, per questa giovane e neonata azienda, che promette tanto bene. Paglierino brillante, tutto giocato su profumi verticali molto intensi: floreali di glicine e fresia, poi susina e accenni di melone bianco. Al palato croccante, leggiadro, sapido, lungo. Di struttura contenuta, forse per la gioventù dei vigneti, presenta già grandi potenzialità.
COBUE
Azienda che si colloca tra tradizione e innovazione, dotata di accoglienza di lusso e spa (da visitare!), che oltre ad un Lugana “entry level” di tutto rispetto, il Monte Lupo 2021, ad un ottimo Cru Lugana Camp8 Doc 2019, mi ha sorpresa per il delizioso Lugana DOP Vendemmia Tardiva “31 OTTOBRE” 2019. Raccontato nella scheda aziendale come un “vendemmia tardiva pura”, ovvero prodotto da surmaturazione in pianta, senza nessun appassimento ulteriore, vendemmiato appunto il 31 ottobre 2019 e solo nelle annate in cui si riesce a farlo.
Giallo oro puro, brillante, consistente, dal naso intenso e complesso di albicocca molto matura, gelsomino, miele di fiori d’arancio, spezie dolci, mandorle e noci appena raccolte. Al palato è morbido e suadente, saporito, dotato di ottima spalla acida, che mitiga a perfezione una dolcezza contenuta, elegante, che si allunga in un palato molto pulito e buonissimo.