Di Saula Giusto
Il viaggio in Irpinia di qualche settimana fa mi ha lasciato non solo bei ricordi, ma anche alcune “chicche” enoiche tangibili, che custodisco gelosamente a casa mia…e ringrazio ancora di cuore il prof. Raffaele Troisi di Traerte-Vadiaperti per tutto quello che di bello e di buono in quella terra mi fa ogni volta scoprire!
Una di queste chicche è il Fiano di Avellino Docg 19 giugno 2019 di Iole Andreotti.
Raffaele, che promuove il proprio territorio e fa rete tra i viticoltori artigiani di zona in modo encomiabile, mi ha presentato uno dei due titolari Paolo Andreotti a cena, presso la sua azienda, durante una braciata di tutto rispetto, in cui convivialità, buon cibo e buon vino la facevano da padrone.
IL PROGETTO IOLE ANDREOTTI
Il progetto ed il brand nascono nel 2019 da un sogno di Iole lannaccone e Paolo Andreotti, una coppia d’amore e d’intenti. Ed è il loro “figlio legittimo”, come amano descrivere il progetto comune.
Dopo 18 anni di una vita passata nella ristorazione, lui come titolare di wine bar e ristorante ad Avellino e lei come chef dello stesso locale, arriva l’idea di produrre vino insieme, quale frutto di una grande passione comune, una tra le tante. Inizialmente l’idea è nata dal voler produrre grandi vini del territorio da proporre nel proprio locale. Un progetto che non dimentica anche l’amore condiviso dalla coppia per il buon cibo e la convivialitá, a cui sempre i loro vini si devono accompagnare.
SELEZIONATORI CONSAPEVOLI
Da qui la scelta di selezionare uve dai territori migliori dell’irpinia, in ogni areale delle rispettive denominazioni, per produrre un grande bianco da uve Fiano e due rossi da uve Aglianico. Da qui il progetto che la coppia ama definire dei “ Selezionatori Consapevoli “, proprio perché attuato in Irpinia, un territorio ricco di biodiversità, dal microclima unico e dalle composizioni dei suoli estremamente variegate, che si traduce in una produzione vitivinicola di grande qualità.
Gli areali selezionati da Iole Andreotti sono Montemarano per l’Irpinia Aglianico “ INCONTRO “ 2016 DOC e per il Taurasi “Passo a Due” DOCG 2015 , mentre per il Fiano di Avellino “19 GIUGNO “ Docg 2019, protagonista della recensione, è l’areale di Montefredane.
Le etichette sono tutte bellissime: accattivanti e molto creative, raccontano ognuna un pezzettino di storia d’amore della coppia, in un valzer di colori, design contemporaneo, disegni che ricordano l’arte tribale. Un packaging vincente, realizzato in collaborazione con lo studio di brand design & digital lettera7di Salerno.
IL FIANO DI AVELLINO “19 GIUGNO“ DOCG 2019
Il nome del vino recensito, “19 giugno”, è la data della nascita di entrambi…un nome che racconta una storia d’amore di due anime che, nate lo stesso giorno, non sapevano che avrebbero costruito una vita insieme.
Per questo in etichetta si può notare il disegno stilizzato di due visi intrecciati, a rappresentare due volti e una sola anima, accanto ad una stella rossa su uno sfondo giallo, a rappresentare il sole, uno degli elementi naturali che identificano il clima irpino.
Per produrre questo vino la coppia ha scelto l’areale di Montefredane (AV), selezionando uve coltivate ad un’altitudine collocata tra i 400 ed i 450 mt. slm, su un terreno argilloso in cui si riscontrano residui di materia vulcanica.
Il colore è molto bello: un perfetto giallo dorato, integro, brillante. Il naso, intenso, aristocratico, regala note iniziali di ginestra e fiore di mandorlo maturi, tiglio e maggiorana quasi essiccati, a cui seguono sentori più dolci di mela cotogna candita e frutta secca, su un finale lievemente balsamico e di pietra focaia. Anche la beva, ancora giovanile, calda, regala finezza, intensità, armonia ed un’ottima piacevolezza, grazie al buon equilibrio già raggiunto nonostante il guizzo fresco ancora preponderante. Finisce molto lungo, con una coerenza puntuale e un preludio ad un futuro ancora roseo, per almeno i prossimi 5 anni a venire, anzi a bere!
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