L’Associazione Vignaioli di Grottaferrata rende omaggio al proprio territorio

Di Matteo Gerardi e Saula Giusto

L’Associazione Vignaioli di Grottaferrata rende omaggio al proprio territorio

Si dice che i momenti di difficoltà siano anche spunto di riflessione e cambiamenti, cosi è stato per i Vignaioli di Grottaferrata che hanno saputo unirsi, farsi forza e utilizzare il periodo di fermo come trampolino di lancio verso un futuro ricco di soddisfazioni.

I sei vignaioli

Proprio durante il periodo drammatico del Lockdown i vignaioli di sei cantine del territorio si sono confrontati ed hanno unito le proprie forze ed idee, è nata cosi l’associazione dei Vignaioli di Grottaferrata che comprende Castel De Paolis, Capodarco, Villa Cavalletti, Cantina Emanuele Ranchella, Cantina Gabriele Magno, e La Torretta vini.

Il logo dell’associazione

Seppur operanti con filosofie differenti, lo scopo dei vignaioli è quello di promuovere e valorizzare i prodotti del territorio, in passato spesso denigrati perché considerati di bassa qualità.

Grottaferrata, oltre a poter contare su una storia millenaria, presenta un’eterogeneità dei suoli unica, composta da prodotti di ripetute eruzioni del vulcano Laziale e riporti alluvionali, che costituisce la base per la produzione di vini unici, dalle caratteristiche inconfondibili, tra cui il più famoso è il Frascati superiore Docg.

In data 14/9/ 2020 con un evento riservato e ad inviti, che si è svolto con il patrocinio della Città di Grottaferrata presso il Monastero Esarchico di Santa Maria, più comunemente noto con il nome di Abbazia di San Nilo, l’associazione si è presentata alle istituzioni, alla stampa e agli operatori del settore.

Il Cortile del Sangallo
Il Cortile del Sangallo

In un luogo denso di bellezza, arte, storia e cultura, all’ombra del suggestivo campanile romanico del XII secolo, ornato da cinque ordini di trifore, sono stati organizzati banchi di assaggio all’interno del cortile cinquecentesco del Sangallo, dove gli invitati hanno potuto degustare i vini delle diverse aziende e ascoltarne il racconto direttamente dai produttori, nel pieno rispetto di un protocollo particolareggiato di sicurezza. Un percorso alla scoperta dei vini di Capodarco, Castel de Paolis, Emanuele Ranchella, Gabriele Magno, Riccardo Magno e Villa Cavalletti. Il tutto accompagnato da un ricco e goloso buffet servito, creato con prodotti di qualità rigorosamente locali e ricette tipiche del territorio.

A rendere l’atmosfera ancora più gradevole e raffinata per gli ospiti, è stata proposta una colonna sonora d’eccezione: la bellissima musica classica di arpa e violino eseguita ad arte dai due giovani musicisti Chiara Evangelista e Marco Ranchella, che hanno saputo aggiungere grazia ed eleganza all’evento, dialogando con la bellezza senza tempo del Chiostro del Sangallo e le “Icone della Scuola di Grottaferrata” del maestro Roberto Roncaccia e dei suoi allievi.

Agli ospiti è stata data inoltre la possibilità di effettuare la visita guidata del Laboratorio di restauro del libro antico e del prezioso Museo dell’Abbazia greca di San Nilo, in gruppi contingentati nel rispetto delle norme anti Covid 19, grazie anche alla collaborazione dei volontari del GAL (Gruppo Archeologico Latino)

Alle ore 19 i vignaioli sono saliti sul palco per presentare ufficialmente agli invitati l’associazione, per raccontarne, il progetto, la filosofia, gli obiettivi e, soprattutto, esprimerne l’idea fondante: uniti si vince.

La presentazione
Il consigliere delegato al turismo Alessandro Cocco, Tiziana Torelli e il sindaco di Grottaferrata Luciano Andreotti
Alessandro Cocco, consigliere delegato al Turismo e Francesca Maria Passini,presidente del Consiglio comunale di Grottaferrata, Tiziana Torelli, l’on. Maria Spena, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e il sindaco di Grottaferrata Luciano Andreotti

Numerose istituzioni locali e regionali hanno partecipato all’evento e che ne hanno determinato un grande valore aggiunto.

L’abbazia di San Nilo, sorge sul territorio da più di mille anni. Secondo la tradizione fu fondata da alcuni discepoli dell’Abate Nilo, sui ruderi di un’antica villa romana forse appartenuta a Cicerone. La scelta di questo luogo è stata effettuata come a voler rimarcare un forte legame di identità territoriale legata anche all’arte della viticoltura e alla produzione del vino, praticate da tempo immemore.

Le aziende promotrici dell’evento hanno una storia propria e sono nate in periodi diversi.

Frascati Superiore di Castel de Paolis

L’azienda agricola Castel De Paolis è presente sul territorio di Grottaferrata da circa 50 anni. Nel 1985 grazie all’incontro fra Giulio Santarelli, allora sottosegretario di stato al ministero dell’agricoltura, e il Professor Attilio Scienza l’azienda subisce una vera e propria rivoluzione: si impiantano varietà tipiche locali come la Malvasia Puntinata, il Bellone, il Cesanese del Piglio e di Affile e numerose varietà internazionali; dopo alcuni anni nascono i primi vini imbottigliati. Oggi l’azienda produce un’ampia linea di prodotti tra i quali spiccano il Frascati superiore DOCG e il Lazio Dolce IGT Muffa Nobile. In cantina e possibile ammirare i resti di un’antica cisterna romana.

Luis Felipe Buonadonna di Capodarco e le due media partner Simona Geri di The Winesetter e Chiara Giannotti di Vino.tv

L’azienda Agricola Capodarco si trova sul territorio di Grottaferrata da circa 40 anni. E’ composta da piccoli soci ispirati da una filosofia comune basata su due principi fondamentali: la centralità della persona e il rispetto dell’ambiente. Tali principi orientano l’attività prevalente di Agricoltura Capodarco a sostegno delle persone in condizione di disagio, supportandole attraverso la costruzione di percorsi di inclusione sociale e di integrazione lavorativa. Nell’organico della Cooperativa sono, infatti, presenti soci-lavoratori con disabilità psico-fisiche, in situazione di disagio sociale, nonché lavoratori extracomunitari regolarmente assunti. Tramite le attività agricole si compiono, ad esempio, percorsi di inserimento per persone ipodotate e riabilitativi. Gli ettari vittati sono 8, tutti in certificazione biologica e si ricerca da sempre di creare prodotti naturali: l’azienda si impegna nella produzione di vini senza solfiti aggiunti e senza l’utilizzo di albumina, caseinati e proteine di origine animale. Anche qui viene prodotto il Frascati superiore Docg, vino simbolo del territorio, anche con un processo particolare che prevede una leggera macerazione sulle bucce.

Roma Doc Riserva di Villa Cavalletti

Le radici dei vigneti di Villa Cavalletti affondano nella storia più antica del comune: in alcuni appezzamenti facenti parte della tenuta, sono state infatti rinvenute numerose sepolture protostoriche, facenti parte della più grande necropoli dei Castelli Romani, risalente al X sec. a.C. La costruzione del primo nucleo dell’attuale complesso risale invece alla metà del 1500 e si deve al cardinale Bartolomeo Cesi, che lo vendette poi al marchese Ermete Cavalletti. Nel XVIII secolo il complesso venne ampliato con la costruzione di un corpo ulteriore. Successivamente venne costruito un secondo piano accessibile tramite scalone. Nel secondo dopoguerra viene realizzata l’ultima parte con la costruzione di una nuova ala secondo stili architettonici simili a quelli degli edifici già presenti. La superficie occupata dal vigneto conta oggi 8 ettari, con la prevalenza di vitigni a bacca rossa, cosa inusuale per il territorio dei Grottaferrata. La gestione del suolo avviene nel pieno rispetto del metodo Biologico

AD Decimum e Virdis di Emanuele Ranchella

La storia dell’azienda agricola Emanuele Ranchella nasce con l’arrivo della famiglia nel 1857, quali coloni pontifici chiamati dall’allora sindaco di Grottaferrata per far aumentare di numero la popolazione del comune appena costituito. Da allora la famiglia, giunta dalle Marche, iniziò a piantare vigneti divenendo, nel secondo dopoguerra, i maggiori fornitori dei ristoranti romani e della Guardia Svizzera Pontificia. I vigneti si estendono su 15 ettari di terreno, divisi in due particelle: una posta sull’Anagnina presso le Catacombe cristiane dell’Ad Decimum; l’altra nel cuore di valle Marciana. Di particolare interesse è il Trebbiano Verde, un clone di Verdicchio presente in gran quantità nella zona dei Castelli prima dell’ avvento della Fillossera, oggi recuperato e valorizzato dall’attuale proprietario Emanuele Ranchella, da un vigneto di oltre novant’anni, ripropagato e successivamente reimpiantato più di 10 anni fa. Il vigneto nasce all’interno di un cratere vulcanico, all’ombra dell’Abbazia di S. Nilo e del Castello Savelli. Della tenuta fanno parte anche i resti di una villa di periodo tardo repubblicano appartenuta ad Opimiano.

Frascati Superiore di Gabriele Magno

L’azienda di Gabriele Magno nasce in una parte dei terreni appartenenti alla famiglia Magno- Di Mattia, presenti sul territorio di Grottaferrata dal 1870. Dopo quattro generazioni di viticoltura, Gabriele Magno e Luigi Fragiotta, condividendo da sempre la passione per l’agricoltura e i vini, fondano la Società Agricola “Gabriele Magno”. Complice un feeling di obiettivi e fini comuni immediato, i due hanno creato la società per produrre e imbottigliare un vino che realizzasse il gusto e i sentori del “vecchio Frascati”, quello delle tradizioni antiche precedenti lo scempio del II dopoguerra. I vigneti di proprietà si estendono per circa 5 ettari, a circa 300 mt., sui terreni medio collinari di Valle Marciana (ricchi di minerali vulcanici stratificati, unici), con esposizione sud sud-est, favorevole alle correnti marine che arrivano dal mar Tirreno. Qui la fanno da padrone i vitigni autoctoni della zona, non è un caso infatti che i due Frascati Superiore Docg prodotti dall’azienda ricevano ogni anno numerosi premi. La versione riserva può contare su uve prodotte da vigneti cinquantenari. Tutte le uve sono coltivate in regime biologico.

Castagna di La Torretta di Riccardo Magno

L’Azienda Agricola la Torretta oggi è gestita da Riccardo Magno, il cugino di Gabriele, un altro discendente dell’antico nucleo della famiglia Magno- Di Mattia. Da circa un decennio Riccardo ha scelto di coltivare le proprie uve in regime biodinamico, nutrendo in modo ottimale la pianta cosi da rendere i trattamenti fitosanitari da effettuare in vigna ridotti all’osso. L’edificio chiamato oggi La Torretta, cuore dell’azienda, è un vero e proprio caso di stratigrafia archeologica in elevato. Le fondamenta poggiano sui resti di un’antica villa romana, successivamente troviamo una fase edilizia di età medievale e poi ancora una rinascimentale e ottocentesca. Vengono coltivate uve tipiche del territorio come Trebbiano e Malvasia puntinata che danno vita a vini di grande carattere. La filosofia di Riccardo: “Siamo convinti che per produrre vino oggi sia necessario rispettare la natura e la biodiversità locale, cercando nel nostro piccolo e nelle nostre scelte quotidiane di contrastare il cambiamento climatico che mette le viti e la vita sotto continue prove estreme. Dipendiamo dalle piante che producono l’ossigeno necessario per nostra sopravvivenza. Cerchiamo di rispettare e custodire il loro habitat.

Durante l’evento nulla è stato lasciato al caso,  rilevamento della temperatura, ingressi contingentati e spazi ampi ed aperti hanno garantito il rispetto di tutte le norme anti Covid.

Tutti gli imprenditori del vino hanno sottolineato il valore dell’unità di intenti all’interno del Frascati doc e la volontà di aprire sempre di più le cantine ai visitatori e ai turisti, vero volano del commercio nazionale e internazionale anche nel settore enogastronomico.

L’associazione si propone di promuovere la conoscenza dell’enologia e dei vini del territorio di Grottaferrata, intesi come espressione di cultura ed elemento essenziale alla proposta turistica del nostro Paese. Si prefigge, inoltre, come obiettivi primari: la promozione di iniziative inerenti all’economia circolare, la valorizzazione della sostenibilità in agricoltura ed il sostegno del settore vitivinicolo, nella delicata gestione dei cambiamenti climatici.

Scopo dell’associazione è anche di favorire lo svolgimento di attività con finalità di solidarietà sociale, di beneficenza e nel settore culturale.

È il caso di dire che, almeno per quanto riguarda la produzione vitivinicola, il vento nel Lazio e nel territorio dei Castelli sta davvero cambiando.

Giusy Ferraina di Identity e la media partner Simona Geri, The Winesetter