Il rilancio enoturistico dei Castelli Romani passa per Grottaferrata

Articolo a cura di Matteo Gerardi

Il rilancio enoturistico dei Castelli Romani passa per Grottaferrata

Lo scorso 24/6/2020 si è svolta, nella splendida cornice della Casina del Buongusto di Grottaferrata, una serata conviviale, dedicata a giornalisti ed esperti del settore, in cui i proprietari di due cantine locali, Villa Cavalletti ed Emanuele Ranchella, hanno esposto i loro piani di rilancio e valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio.

Il periodo Covid è stato, per tutti, un importante periodo di riflessione che ha portato, in brevissimo tempo, cambiamenti repentini nella nostra vita quotidiana.

Per i vignaioli di Grottaferrata questo si è tradotto nella nascita di un’associazione per la valorizzazione e per il rilancio dei prodotti del territorio. Sei importanti cantine locali si sono riunite nell’ Associazione Vignaioli in Grottaferrata per avviare questo piano ambizioso: la loro intenzione è quella di riuscire ad ottenere una sottozona vitivinicola chiamata “Grottaferrata”.

Tutti sappiamo che la composizione geologica dei castelli romani è stata pesantemente influenzata dalle eruzioni del vulcano laziale, che ha avuto un periodo di attività lunghissimo ed ogni eruzione ha apportato materiali differenti che, con il tempo, si sono stratificati e che oggi compongono la variegata geologia di questi luoghi.

Queste sei aziende (Villa Cavalletti, Emanuele Ranchella, Castel de Paolis, Gabriele Magno, Azienda Agricola Capodarco, La Torretta) seppur molto vicine, presentano differenze sostanziali per quanto riguarda la composizione dei suoli, caratterizzati da differenti prodotti scaturiti dalle distinte fasi eruttive del vulcano, che contribuiscono a donare prodotti unici.

Interessante la collaborazione che Vignaioli in Grottaferrata, grazie anche all’impulso ad opera delle cariche istituzionali del Comune, ha stabilito con l’associazione di ben nove ristoratori ‘Gustati Grottaferrata’ (di cui fa anche parte La Casina del Buongusto) e tutti gli alberghi della cittadina, nell’associazione Ospitalità Castelli Romani, per fare fronte comune e operare insieme per valorizzare il loro territorio.

La serata ha visto come protagonisti Emanuele Ranchella, proprietario dell’omonima cantina, e Tiziana Torello, dell’azienda Villa Cavalletti, che hanno proposto in degustazione alcuni dei loro prodotti, abbinati alle delizie del cuoco e titolare della location, Nunzio Panetta, che a creato un menù, goloso e con materie prime rigorosamente del territorio, non solo in abbinamento, ma anche con l’utilizzo in cottura dei vini presentati.

Le danze sono state aperte con lo spumante Brut di Villa Cavallett,i poi a seguire il Virdis e l’A.D Decimum di E. Ranchella ed infine i rossi, il Meraco rosso e il Doc Roma rosso di Villa Cavalletti.

Spumante Brut (Villa Cavalletti): lo spumante nasce da uve Trebbiano giallo e Malvasia Puntinata, la presa di spuma avviene con metodo Charmat lungo (circa 6 mesi). Versato nel calice mostra un colore giallo paglierino brillante con perlage fine e persistente.  All’olfatto si distingue per sentori fruttati che ricordano la mela verde e la pera, qualche nota erbacea di salvia, sentori minerali. 12.5 gradi

Virdis 2018 (E. Ranchella): questo vino rappresenta la scommessa dell’azienda, che ha puntato su un vitigno tipico del Lazio fino alla devastazione operata dalla Fillossera, il Trebbiano Verde. Versato nel calice rivela un colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso sentori che ricordano gli agrumi come il cedro ed il lime, successivamente note erbacee e minerali.  12.5 gradi

Ad Decimum 2018 (E. Ranchella): il nome del vino che significa ‘presso il decimo’ (miglio); nasce dalla posizione dell’azienda che, in passato, si trovava presso il decimo miglio della via Latina. È composto da 3 uve: Malvasia Puntinata, Trebbiano Verde, Trebbiano Giallo. Versato nel calice mostra un colore giallo paglierino intenso. All’olfatto rivela sentori fruttati di pera matura e pesca gialla, note floreali di fiori bianchi, sentori erbacei. 13.5 gradi, svolge parzialmente la fermentazione malolattica.

Meraco rosso 2017 (Villa Cavalletti): il nome del vino deriva dal termine latino meracus che significa sincero. È un Cesanese in purezza, con uve lasciate appassire leggermente, che eleva in acciaio. Alla vista di rivela con il suo colore rosso rubino intenso. SI caratterizza per i suoi sentori fruttati di ciliegia e frutti di bosco maturi, profumi di macchia mediterranea, sentori balsamici.  13.5 gradi

Roma Doc rosso 2015 (Villa Cavalletti): Il vino nasce da un blend di Montepulciano e Cesanese. Nel calice mostra un colore rosso rubino intenso con riflessi granati. Analisi olfattiva contraddistinta da sentori fruttati di frutta rossa matura, note speziate di pepe nero e noce moscata, sentori di fiori rossi appassiti. 13.5 gradi

Questa serata è stata il classico esempio di come i periodi drammatici possano costituire la base di lancio verso nuove idee e progetti. In pochi mesi sono stati fatti passi avanti attesi da anni ed i viticoltori si sono stretti tra loro, dandosi forza a vicenda. L’offerta non finisce qui, perché si sta lavorando anche sul campo della gastronomia locale e sulla valorizzazione delle strutture alberghiere del territorio.

Speriamo che finalmente, dopo anni di ritardo rispetto alle altre regioni italiane, si possano valorizzare i prodotti che offre la nostra regione e che i prodotti provenienti dall’areale dei castelli romani, spesso bistrattati, trovino la risonanza che meritano anche perché la storia e le potenzialità di un’area fortemente vocata non mancano.

Dulcis in fundo…ecco le foto dei piatti creati da Nunzio e immagini della bella serata.