Il Podere di Marfisa Wine-Relais e Spa

Una bella famiglia, un sogno realizzato…

Durante il week end appena trascorso, ho avuto l’occasione di essere ospite di una realtà ricettiva davvero molto bella della Tuscia: “Il Podere di Marfisa Wine Relais Restaurant & SPA” – http://www.ilpoderedimarfisa.it/, situato nei pressi di Farnese, nell´Alta Tuscia (in provincia di Viterbo), ad un passo dal Lago di Bolsena. Il Relais è l’ultimo progetto di qualità ideato dalla famiglia Clarici, già fondatrice dell’azienda agricola Terre di Marfisa – http://www.terredimarfisa.it/, una recente realtà produttiva saldamente legata alla storia ed al bel territorio di Farnese e dell’Alta Tuscia Viterbese. Il nome di tutti i progetti realizzati è stato scelto in onore della nonna Marfisa, nativa di Farnese, mamma di 5 figli e nonna di ben 14 nipoti, a cui apparteneva parte del terreno dove ora sorge l’azienda e che ha ispirato, con il suo amore e la sua passione per la sua terra d’origine, tutti i suoi eredi.

Alberto Blasetti Ph. www.albertoblasetti.com

Proprio in onore della propria mamma, Bruno Clarici, un ingegnere edile vulcanico per progettualità e spirito d’iniziativa, con i suoi figli Nathalie e Riccardo e il nipote Marco Baroni, ha realizzato, in meno di 10 anni, tre piccoli grandi gioielli: l’azienda agricola “Terre di Marfisa” (in cui si produce vino ed olio di qualità), “Il Podere di Marfisa” Wine Relais e SPA ed il ristorante “Osteria Unicorno”. Il Podere è composto da una country house dotata di 12 stanze tra Suites, Junior Suites e Comfort, tutte dotate di uno splendido panorama sulla bellissima tenuta e su olivi e vigneti.

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Offre i più moderni comfort, per regalare un soggiorno rilassante nella natura ed in pieno relax: è dotato di un nuovissimo centro benessere (con sauna, bagno turco, doccia emozionale, centro massaggi e trattamenti estetici, una piscina coperta riscaldata con idromassaggi), di una piscina esterna estiva e del ristorante gourmand di alto livello, gestito da una giovane chef davvero molto seria e promettente, Marta Cerbino.

Questa giovane chef ha già un curriculum invidiabile: dopo molteplici corsi di cucina e stage professionali, ha lavorato molti anni con Riccardo Camanini e con Inaki Aizpitart allo Chateaubriand, per poi ritornare in Italia ed assumere il ruolo di chef presso il ristorante del Relais di Podere Marfisa “l’Osteria Unicorno”.

Nel ristorante, che si presenta accogliente, caldo e raffinato, si possono gustare le creazioni della chef in abbinamento agli ottimi vini ed olio DOP Canino di Terre di Marfisa. Nei menù proposti Marta reinventa e rielabora, con una propria impronta personale e creativa, le tradizioni locali: riesce a contemperare genuinità e raffinatezza, basandosi su un uso rigoroso di prodotti stagionali a km 0 e riuscendo a mantenere un convinto rispetto della tradizione (pur, all’occorrenza ed a fini qualitativi, utilizzando i più innovativi sistemi di cottura e trasformazione della materia prima). Degna di nota l’alta qualità dei prodotti utilizzati, tutti reperiti in loco da piccole aziende di pregio, e la proposta di piatti alternativi vegetariani nel menù.

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E’ stato molto bello ascoltare la viva emozione con cui il dott. Bruno e sua figlia Nathalie, che ci hanno accolti con tanto garbo e calore nel Relais, ci hanno raccontato aneddoti e storie familiari, legati alla terra ed alla nonna Marfisa. Tali profonde esperienze affettive, sono state determinanti per la famiglia Clarici: hanno sempre fatto loro percepire quel vivo vincolo sentimentale con la terra della tenuta e li hanno spinti a creare tutti i loro progetti di qualità.

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La numerosa famiglia Clarici si riuniva, infatti, nella tenuta dei nonni Marfisa Bruni e Nicola Clarici per le vacanze estive e pasquali, per le vendemmie, per la raccolta delle olive e delle ciliegie e, in particolare, per i due figli di Bruno, Riccardo e Nathalie, quella terra ad un passo da Farnese significava famiglia, contatto con la natura, libertà ed armonia.

Tutte le raccontate esperienze venivano rese uniche e speciali grazie all’amore di nonna Marfisa. Con queste premesse, quando nel 2009 il terreno adiacente al podere di famiglia è stato messo in vendita, Bruno non ci ha pensato due volte e lo ha comprato. Da quel momento ha preso vita un progetto all’inizio non ben definito, dettato da impulso e cuore e chiamato Marfisa: prima è stato piantato l’uliveto e sono state create le serre; poi è nata l’idea di piantare le vigne e costruire la cantina.

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Dopo l’acquisto d’impeto un primo terreno, se ne sono dunque aggiunti, a poco a poco, altri ed oggi la tenuta si estende per oltre 20 ettari: 7 ettari di vigneto; 6 ettari a oliveto (della cultivar Canino Dop); infine 2 ettari dedicati alla coltivazione in moderne serre automatizzate, dotate di un impianto fotovoltaico, che fornisce energia rinnovabile all’azienda e al territorio circostante. Per quanto concerne i vigneti, la scelta dei vitigni da impiantare è ricaduta su quelli che meglio si adattavano a terreni vulcanici e ricchi di scheletro: il Sangiovese, il Petit Verdot e il Syrah tra i vitigni a bacca rossa; il Vermentino e l’Incrocio Manzoni tra quelli a bacca bianca. Sono stati piantati 5.500 ceppi per ettaro a cordone speronato, con esposizione a sud-est. La produzione totale annua si attesta, ad oggi, sulle 15-18.000 bottiglie circa, con la previsione di arrivare in futuro a 35.000.

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La cantina è composta da serbatoi di acciaio termorefrigerati e da una piccola bottaia composta da barriques e tonneaux, in cui avviene anche l’imbottigliamento. Tutta la produzione, dal lavoro in vigna all’imbottigliamento, viene condotta con la massima attenzione e competenza, per ottenere tutti prodotti che rappresentino un ottimo connubio tra moderna tecnologia e tradizione.

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I vini prodotti: Thesam, Athumi, Athumi Calus, Thu Sha, Zamathi. L’olio EVO DOP Canino: Eleiva.

Dopo aver passato il pomeriggio nella magnifica SPA, la presentazione dell’azienda è avvenuta nel corso della cena ideata dalla chef Marta Cerbino, in cui sono stati abbinati due ottimi vini di Terre di Marfisa e con l’assaggio anche dell’olio DOP Canino Eleiva.

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Menù:

Antipasti:

Crocchetta di Susianella

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Crostino di patè di fegatini di pollo con insalata di radicchio e frutti rossi

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Trota con caviale di mandarino, uova di trota e yogurt al pistacchio

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Primo piatto:

Tortelli di parmigiano, limone candito e chips di carciofi

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Abbinamento:

Zamathi 2017 – IGT Lazio Vermentino

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Uve: circa 95% Vermentino, il resto Incrocio Manzoni; vendemmia manuale, effettuata la II decade di settembre; fermentazione a temperatura controllata per 15 gg; affinamento in vasche d’acciaio; permane sulle fecce sino all’imbottigliamento.

Degustazione:

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Giallo paglierino molto luminoso, con riflessi verdolini. Ha un naso intenso, fine, che alle note tipiche di Vermentini più “costieri”, quali la salvia, una lieve maggiorana fresca, la ginestra e la mela gialla acerba, aggiunge delle note delicate di minerale chiaro (come la ghiaia e la selce), il tutto pervaso da un bel soffio iodato. Al palato risulta coerente nella finezza e nella retronasale, fresco e minerale, sapido, molto pulito nel finale, di buona persistenza. Vino proveniente da vigneti ancora giovani, dalle ottime potenzialità future.

Secondo piatto:

Anatra di bosco, con purea di carote viola, salsa all’arancia, ed aneto

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Abbinamento:

Athumi Calus 2016 – IGT Lazio Rosso

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Uve: Sangiovese 80%, Petit Verdot 20%, ; vendemmia manuale, nella prima decade di ottobre; fermentazione a temperatura controllata per 12 gg; affinamento per 20 mesi, il 35% in barrique di rovere di secondo passaggio ed il restante 65% in acciaio, a cui segue un anno in bottiglia.

Degustazione:

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Rosso rubino cupo, unghia leggermente granato, poco trasparente, luminoso, consistente. Naso profondo, di fascino, intenso e complesso, in cui i sentori di frutta rossa matura (soprattutto amarena e frutti di bosco), vengono conditi da una bella nota netta di rosmarino, da accenni balsamici e mentolati, da un leggero curioso affumicato e speziato, da tabacco scuro e chiudono con note di hummus, smalto e grafite. Al palato è caldo, morbido, dai tannini setosi, in cui emerge un’ottima spalla acida, una sapidità e mineralità marcate ed una bella coerenza retronasale. Finale pulito e molto lungo.

Dessert:

Panna cotta con rabarbaro e fragole

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Il giorno successivo, dopo una bella colazione ed una visita dell’azienda, abbiamo avuto la bella opportunità di chiudere in bellezza questa bella esperienza degustando anche un terzo bel vino, in abbinamento ad ottimi salumi e formaggi locali ed al pane ed i grissini (davvero buonissimi!) realizzati dalla chef Marta Cerbino:

Tesham 2015 – DOC Tuscia Sangiovese

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Uve: 100% Sangiovese; vendemmia manuale, nella prima decade di ottobre; fermentazione a temperatura controllata per 12 gg; affinamento per 12 mesi, 20% in barrique di rovere di primo passaggio e 80% in acciaio.

Degustazione:

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Rosso rubino trasparente, unghia leggermente granato, luminoso, consistente. Naso elegante, piuttosto intenso, tipico di ciliegia ed amarena ancora fresche, a cui si aggiunge un bel floreale di rosa canina. Segue una bella nota minerale mista, sia di grafite che di gesso, ed una leggera nota iodata molto gradevole; un leggero tabacco si rivela nel finale. Al palato è decisamente fresco, sapido e minerale, ben rispondente, caldo e di buona struttura. Lungo e pulito il finale.

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Aricolo a cura di Saula Giusto – pubblicato su Vino.tv il 04.2019