Gli abbinamenti, le degustazioni, i piccoli grandi piaceri creati a Il Bacaro di Roma

Di Saula Giusto

Vista la situazione di emergenza causata dalla pandemia in corso, ogni giorno è tutto più difficile, ma presso Il Bacaro di Roma (http://www.ilbacaroroma.com/) ci stiamo tutti impegnando, ancora di più per realizzare esperienze piacevoli, che possano regalare ai clienti piatti golosi, abbinati a grandi vini italiani.

Lo staff sta lavorando, sempre e nonostante tutto, per creare momenti di gusto e relax, che possano offrire emozioni e rimanere impressi nei ricordi di chi sceglie il loro ristorante.

L’abbinamento

Ecco un piatto creato dal nuovo chef Roberto Carta, che la titolare Veronica Laurenza ha deciso di proporre con un vino speciale, di un’azienda piemontese che lei ha selezionato personalmente:

Calamari ripieni al pane perso, con infusione di melone e Langhe Arneis Doc Campodelpelo 2019 di Cascina Bruni.

Ecco la mia descrizione, frutto della collaborazione di Romawinexperience con Il Bacaro.

L’abbinamento

Questo piatto si presenta delicato e raffinato, molto giocato sulla tendenza dolce del pane e del melone, che bilanciano a dovere la sapidità e forza gustativa del calamaro. La lieve untuosità dell’olio in cottura e la grassezza del pane ammollato, inoltre, contribuiscono ad accentuare una generale percezione di cremosità e morbidezza al palato. Il tutto ‘spinto’ da una buona aromaticità offerta dal calamaro, dal melone e dalle erbe aromatiche per perfezionare la ricetta.

L’abbinamento chiama a gran voce un vino bianco secco, non eccessivamente strutturato nel rispetto della delicatezza della ricetta, ma dotato di grande freschezza, giusta sapidità, buona persistenza e intensità aromatica atta a reggere il confronto.

Il vino in abbinamento suggerito da Veronica è semplicemente perfetto.

Cascina Bruni – Vigneto Marialunga

Cascina Bruni

la storia

La Storia della famiglia Veglio è legata alle vicende che hanno portato il nostro paese a divenire un’Italia unita. Ha radici profonde e centenarie, che si sono propagate nelle Langhe al pari delle viti che in questo territorio la fanno da padrone.

Una storia che inizia alla fine del 1800 quando i Veglio arrivano da Castelletto Uzzone, dopo la campagna di Francia del 1821, al seguito dell’esercito reale (vicenda di cui resta traccia ancora oggi nel logo dell’azienda, che raffigura l’Arma Veglio di Castelletto in campo nero con banda oro con due stelle), per poi stabilirsi a Castiglione Falletto, dove acquisano una piccola Cascina in località Piantà. Dopo le campagne Napoleoniche lavorano non solo le proprie terre, ma anche  quelle vicine che Re Vittorio Emanuele II aveva donato alla sua amante storica Rosa Vercellana, detta la Bèla Rosin, e ai suoi figli e nipoti.

Dagli eredi del Re e di Rosina, i Di Mirafiore, i Veglio acquistano la tenuta già chiamata dal ‘400 “La Favorita”, poi divenuta Cascina Bruni. Un possedimento situato in Serralunga d’Alba, di circa 90 ha, che comprendeva campi, boschi cedui e vigne adagiate sulle dolci sulle colline che circondano la casa padronale.

Da quel momento inizia una lunga storia agricola e imprenditoriale tutta italiana, di famiglia, che i Veglio continuano a raccontare. Una storia che parte da un allevamento di bovini di razza e dalla ricerca dei tartufi, dalla raccolta dei prelibati funghi ipogei, sino alla coltivazione delle regali uve nebbiolo, nel cuore dell’area più classica della produzione di Barolo.

Cristiano Maria Veglio

Cascina Bruni oggi

Una storia oggi espressa da Cristiano Maria Veglio, enologo dell’azienda erede alla sesta generazione, che assieme al fratello, altro enologo, Fulvio e al padre Giuseppe conduce Cascina Bruni.

L’azienda possiede 12 ettari vitati e produce da sempre vini che esprimono le Langhe piemontesi in modo classico, ottenuti rispettando le lente, tradizionali e giuste maturazioni necessarie per realizzare vini importanti e di gran carattere.

Sono presenti alcuni cru storici come Costabella e Carpegna, con vigne che hanno un’età che arriva a 70 anni. Nel 1994 un nuovo progetto: nel cuore del cru Carpegna i Veglio hanno iniziato a produrre un “Grand Vin” da una vigna “Grand Cru”. Dopo una rigorosa selezione, sono state piantate mille barbatelle di Cabernet Sauvignon provenienti dal bordolese e dalla Vendemmia 2016 Cascina Bruni si avvale dell’esperienza della M. Rolland Conseils & Prestations Sarl di Pomerol (France), che opera sempre a stretto contatto con l’enologo Cristiano Maria Veglio.

Vigneti
Vigneti

Dalla Vigna alla Cantina, passando per l’affinamento e l’imbottigliamento, i vini di Cascina Bruni sono seguiti scrupolosamente con sistemi innovativi, sempre all’avanguardia, con protocolli di produzione e vinificazione differenti per ciascuna vigna, varietà di uva e vino, che proseguono con degustazioni periodiche e analisi nel post produzione, mirati all’ottenimento della massima qualità.

http://www.cascinabruni.it/
Uve arneis

Le note di degustazione

Langhe Arneis Doc Campodelpelo 2019

Uve: arneis 100%. Macerazione di circa 24 ore sulle bucce, separazione e pressatura soffice. Fermentazione in inox a temperature controllate; chiarificazione e stabilizzazione a freddo. Affinamento in bottiglia sui lieviti: 10 mesi

👁Paglierino, brillante, dai riflessi verdolini.

👃Già al naso si impone per una netta personalità, che esprime eleganza misurata, intensità ed ampiezza, ma con grazia aristocratica. Regala una bella fusione di susina fresca, pesca acerba, cedro, biancospino, sambuco e erbe aromatiche, il tutto adagiato su un suolo di selce e pietra focaia, rinfrescato da un lieve soffio mentolato.

👄Al palato, nonostante la palese gioventù, che freme di vivace freschezza, ripropone l’elegante misura e un inaspettato iniziale equilibrio, grazie a un bel corpo e a giusto alcol, perfetto contrappeso anche per la netta mineralità. Ne risulta una beva gradevole, rispondente, che invoglia un altro sorso ancora e che perdura a lungo, lasciando una buona bocca pulita che sa di cedro e menta.

Vigneti
Uve nebbiolo