Dove c’è Ranchella c’è casa…un pomeriggio d’autunno a interrogar le vasche

VISITA DA RICORDARE PRESSO LA CANTINA EMANUELE RANCHELLA
Di Mariella De Francesco

UNA VISITA DA RICORDARE PRESSO LA CANTINA EMANUELE RANCHELLA

Avvertenza: come si intuisce dal titolo, che plagia sfacciatamente una nota pubblicità del passato con bimba e gattino sotto la pioggia, l’articolo non nasconde il debole della scrivente per i vini di questa cantina; se si è in cerca di un report asettico e distante, si prega di non continuare la lettura. Oppure sì, si vada pure avanti…perché chi lo dice che esser di parte significhi alterare la realtà?

Il fatto è che mi sento di affermare che il mio è un esser di parte totalmente franco e veritiero, se mi è consentita questa sparata di ossimori e contraddizioni in termini.

Ma andiamo con ordine.

IN PRIMO PIANO MARIELLA DE FRANCESCO, IN SECONDO PIANO EMANUELE RANCHELLA

“C’E’ CASA”

Ho preso in prestito il “c’è casa” perché i vini di questa cantina mi riportano al mio imprinting con i vini del vulcano laziale, che è avvenuto proprio a Grottaferrata e proprio con i vini bianchi di Emanuele Ranchella: un’illuminazione sulla via di Frascati; e soprattutto perché la sua cantina è l’esatto contrario di tutto ciò che di artefatto e sussiegoso e autocelebrativo può capitare di incontrare in questo ambiente.

Lo ricordo molto bene questo primo incontro con i grandi bianchi del Lazio, per me una rivelazione; soprattutto con il suo Virdis, mirabile esempio (e vera rarità) di trebbiano verde in purezza. Vitigno che poi sarebbe il celebre verdicchio, portato in queste terre un paio di secoli fa dagli antenati marchigiani di Emanuele, che qui si è progressivamente adattato a un ambiente diverso per composizione e microclima da quello originario, fino ad esprimere i connotati riconoscibili del terroir vulcanico.

“POMERIGGIO D’AUTUNNO”

Il “pomeriggio d’autunno in questione, ospite insieme ad altri cari amici ad assaggiare i campioni di vasca della passata vendemmia (ma anche l’ottimo olio di casa con le olive frante seguendo tutti i crismi della qualità, gli squisiti salumi e formaggi in accompagnamento, tra cui una coppa di testa da applausi…del resto l’ospitalità ranchelliana è un lungo discorso, serio ed antico), ha fornito l’ennesima conferma di quello che si può fare in questo territorio, quando si sa e si vuole fare bene.

“INTERROGAR LE VASCHE”

Le vasche gioiosamente “interrogate” sono quelle in cemento vetrificato e dotate di impianto di refrigerazione, che il Nostro utilizza da prima che tornassero in auge, dove i mosti fermentano spontaneamente, con un quanto basta veramente molto basso di solforosa e una significativa permanenza sui lieviti, ripuliti dalle impurità grazie alla flottazione con azoto.

Orbene, li descrivo gli assaggi, perché un’idea bisogna pur darla, ma sono sempre più convinta che le parole per raccontare il vino invecchino presto e che la cosa migliore che si possa fare, quando il vino lo si apprezza o addirittura lo si ama, sia sempre e comunque attingere informazioni ed esperienza senza intermediari, direttamente dal calice e possibilmente in compagnia di chi di quel vino è il genitore.

GLI ASSAGGI DI VASCA

IL TREBBIANO VERDE

Il trebbiano verde che diventerà Virdis ha un naso di cipria e fiori che mi ha clamorosamente indotta in errore, facendomi pensare a una malvasia. Anche il sorso è ancora piuttosto morbido, il profilo acido-sapido è ancora in fieri, ma è già buono così, fidatevi. Riassaggiato dopo una decina di minuti era meno floreale e più vicino all’idea finale.

LA MALVASIA PUNTINATA

La malvasia puntinata parla di ananas e pera, profumi golosi e puliti, la varietà autoctona che è il vessillo della qualità ritrovata.

LA TREBBIANELLA ROSA

La trebbianella rosa, delicatamente speziata, è il nome che in famiglia si dava al trebbiano giallo, che in vigna diventa rosa carico con la maturazione, vitigno recuperato dal padre di Emanuele.

GLI ASSAGGI DEI VINI IN BOTTIGLIA

GLI ASSAGGI DEI VINI IN BOTTIGLIA

E poi gli assaggi dei vini già pronti, come il Virdis 2022 e l’Ad Decimum 2021: il primo è il già citato trebbiano verde, anche in questa annata fresco, sapido e vegetale, dal sorso compulsivo; il secondo un assemblaggio di malvasia puntinata, trebbiano giallo e trebbiano verde, un signor Frascati complesso e armonico orgogliosamente fuori disciplinare. E il Crypta 2022, un muffato da malvasia puntinata, nuovo progetto condiviso con l’Associazione Vignaioli di Grottaferrata di cui la cantina Ranchella fa parte: bei sentori di frutta carnosa e dolce, accenti minerali e bella lunghezza di bocca.

Il rosso Rubens 2022 è un blend di Montepulciano e Cesanese come da disciplinare Roma DOC, con frutti rossi accompagnati da erbe aromatiche, decisa acidità e sicura persistenza.

Infine la felicità di assaggiare un Cannellino 2011, che dimostra di avere ancora la sua bella storia da raccontare.

Che non è uno story telling…è semplicemente un racconto, essenziale e bello, di quelli che ci si scambiano tra amici, seduti a tavola, con del buon vino e del buon cibo, senza competizione, senza marketing. Come qui, oggi.

INFO

Indirizzo: Via Campi d’Annibale, 69

00046 Grottaferrata RM
Telefono: 333 696 1189