Concours Mondial de Bruxelles a Roma – Masterclass sui vini dell’emisfero sud del mondo

Di Saula Giusto

Il 16.09 scorso si è tenuta la “Premiazione dei Vini Italiani medagliati al Concours Mondial de Bruxelles e al Concours Mondial du Sauvignon”, presso l’affascinante hotel a 4 stelle Boscolo Circo Massimo, un luogo ricco di storia e mito, ove si narra fosse ubicato il Lupercale in cui Romolo e Remo, mitologici fondatori di Roma, vennero allattati dalla Lupa.

Il Concours Mondial de Bruxelles

Per chi non lo conoscesse, Il Concours Mondial de Bruxelles è un prestigioso concorso internazionale, durante il quale oltre 10.000 vini, provenienti da tutto il mondo, sono degustati e valutati da una giuria di professionisti. Degustatori esperti, anch’essi provenienti da più nazioni, degustano i vini in concorso per individuare vini di oggettiva, indipendentemente dall’etichetta e dal prestigio della denominazione.

Nonostante la pandemia la 28ª edizione del Concours Mondial de Bruxelles si è svolta come previsto, ma con un programma nuovo, in ottemperanza delle norme anti Covid vigenti: 9 giorni e 300 giudici internazionali che hanno degustato a turno i vini in competizione. Hanno partecipato al concorso 10 000 vini provenienti da 46 paesi produttori. Il concorso si è svolto nella città di Lussemburgo dal 18 al 26 giugno.

Diverse medaglie sono state attribuite a vini di 40 paesi: la Francia (a cui sono state attribuite 672 medaglie), seguita dalla Spagna (507), dall’Italia (389) e dal Portogallo (335).

All’Italia, nel dettaglio, sono state assegnate 7 medaglie Grande Oro, 103 medaglie d’Oro e 279 medaglie d’Argento.

Masterclass sui vini dell’emisfero sud del mondo
Masterclass sui vini dell’emisfero sud del mondo

Proprio nell’ambito della promozione di questa prestigiosa manifestazione, è stata creata la premiazione del 16 settembre a cui sono stata invitata, in cui ho avuto occasione di partecipare alla Masterclass sui vini dell’emisfero sud del mondo. Un’interessante panoramica sulla produzione relativamente ‘nuova’ del mondo, condotta da Enzo Scivetti (ambasciatore del Sigaro Toscano nel mondo, ex Commissario Regionale ONAV Puglia, grande conoscitore ed esperto del settore, giurato in numerosi concorsi e premi legati al vino) e organizzata, con la collaborazione di  Karin Meriot (Consultant e Public Relations del Concours Mondial du Sauvignon, Project Manager presso Sake Selection nell’ambito del Concours Mondial de Bruxelles), presso il raffinato dehor dell’hotel.

Abbiamo degustato insieme:

Chardonnay Frontera 20 di Concha y Toro, una delle più grandi aziende del Cile

Un vino giallo oro gradevole, che propone il classico corredo di ananas e banana, una lieve spezia e frutta secca e che al palato conferma gradevolezza, rispondenza e freschezza, ma meno persistenza del dovuto.

Chenin Blanc the Mentors 19 di KWV, Sud Africa

Proveniente dalla Costal Region del Sud Africa, dorato, si presenta speziato, agrumato dolce di vaniglia, nespola, susina, mentolato, pietra focaia, che al palato ripropone l’agrume, sapido, ma anche tanto legno su un finale non così lungo.

Carmenere Reserva 18 di VFC, Cile

Interessante. Rosso porpora, regala mirtillo, lampone, peperone verde, cappero, smalto, fava di cacao. Al palato fresco, sapido, tannini seta, rispondere, anche se non lunghissimo.

Malbec Old Vine 19 di Cigar Box, Mendoza, Argentina

Rosso rubino, naso elegante e fuso di mora, mirtillo, pepe, viola, rosa, spezie dolci, tanto tabacco, appunto. Al palato estremamente rispondente, avanza sapido ed elegante in un finale speziato.

Shiraz Mastersroke 19 di Mclaren, Australia

Rosso porpora, tipico, tante spezie, incenso, chiodo di garofano, frutti di bosco, talco mentolato, radice di liquirizia. Palato in perfetta rispondenza, dal tannino virile, in evoluzione, di buona sapidità e lunghezza.

Pinotage 1679 2019 di Stellenbosch, Sud Africa

Rubino scuro, naso profondo, fine, ma tanto legno: cioccolato boero, mirto, ginepro, Macedonia di frutta rossa, tanti terziari. Al palato morbido, rispondente, elegante, persistente, anche se svela tanta botte.

Interessante viaggio…

Alcuni assaggi dei vini italiani premiati

Devo dire, però, con un punto d’orgoglio, che gli assaggi che, personalmente, ho apprezzato di più sono stati quelli dei vini italiani, limitati al poco tempo residuato, purtroppo, dalle masterclass.

Pinot Bianco 19 di Ebner
Ebner

Bella scoperta Ebner, azienda situata in una zona dell’Alto Adige che trovo tra le più interessanti e che più incontrano il mio gusto: all’imboccatura della Valle Isarco, ai piedi di Fiè allo Scillar.

Ho trovato particolarmente buono il Pinot Bianco 19, dorato scarico, molto brillante, intenso e complesso, che regala con finezza e perfetto equilibrio il fruttato tipico a note di selce, pietra focaia, pino silvestre. Anche in bocca la beva molto fresca, minerale, sapida, coerente e molto lunga e pulita.

Ottimi anche il Sauvignon 19, potente, intenso, medaglia d’argento al concorso; il Gewurztraminer 19, fine ed elegante, fresco, che esprime tanto il territorio. Di grande qualità anche il Pinot Nero, ma che necessita di smaltire un tantino il legno.

Sauvignon ’19 di Ploner
Moscato Rosa “Rosea”
Ploner

Due medaglie d’oro assicurate a Ploner: per il Sauvignon ’19 e per il Pinot Nero ’17, entrambi della linea Exclusiv.

Il primo molto potente, intenso, complesso, vinificato in grandi botti di rovere. Al naso verticale, quasi opulento: agrumi e frutta esotica maturi a gogò, tiglio e camomilla, note vegetali. Al palato corposo, caldo, molto sapido e persistente.

Speziato e potente anche il Pinot Nero Exclusiv, affinato per 24 mesi in botti di rovere piccole e medie. Raffinato, dal naso classico e speziato di frutti piccoli di bosco, tanto floreale, chiodo di garofano, cacao e note balsamiche. In bocca fresco, sapido, leggiadro, ma anche dotato, con equilibrio, di potenza, profondità e grande persistenza aromatica.

Mi è piaciuto anche tanto il delizioso Moscato Rosa “Rosea”, nato da lungo appassimento in cassette delle uve più sane. La rosa immersa in una coppa di fragoline di bosco e lamponi maturi la fanno da padrone, accompagnati da geranio, lieve incenso e muschio. Al palato in equilibrio tra freschezza e dolce avvolgenza, sapido, molto coerente e persistente.

Umberto Baccichetto

Azienda particolare, un pò fuori dagli schemi quella di Umberto Baccichetto, sita in una zona pianeggiante e sabbiosa, a due passi dal mare: la campagna di Precenicco, nella zona DOC di Latisana in Friuli.

Fuori dagli schemi per la scelta di coltivare sul livello del mare, accanto a vitigni presenti in zona fa sempre, Muller Thurgau e il Piwi (vitigno resistente) Solaris, due note uve d’altura! Il risultato è un’interessante declinazione dotata di tanta sapidità e territorio, ma un pò meno identità territoriale…da provare.

Mizzole 2018 di Cecilia Beretta
Cecilia Beretta

At last, but not least, menzione speciale per un Valpolicella Superiore davvero buonissimo: il Mizzole 2018 di Cecilia Beretta!

Un Corvina 60%, Corvinone 25%, Rondinella 10%, Oseleta 5% di grandissima eleganza, il cui 55% del vino viene trasferito in barrique e tonneaux di rovere (30% nuove), dove matura per circa 9 mesi; il resto matura in acciaio. Un ricordo netto di grande eleganza mi è rimasto impresso di questo vino: al naso la frutta di sottobosco ancora integra e croccante si accompagna alla violetta, all’iris, a note delicate di spezie e grafite. Succosa e fresca la beva, gradevolissima, di buona sapidità, grande coerenza ed equilibrio. Armonico, lungo, davvero tanto piacevole e fine.