Chiavennasca, il nebbiolo delle Alpi dei Fratelli Nera

Di Matteo Gerardi

L’uva Nebbiolo dà vita a numerosi vini italiani tra i più importanti al mondo. Molto conosciuti quelli provenienti dal Piemonte, meno quelli della Lombardia.

Notevole il nebbiolo ‘delle Alpi’ dei Fratelli Nera, figlio di agricoltura estrema ed eroica.

La zona lombarda d’elezione per questo tipo di vitigno è quella della Valtellina: qui da secoli si protrae una sfida fra uomo e natura per cercare di strappare alle montagne lembi di terra, mediante terrazzamenti realizzati con muretti a secco,

La Valtellina è uno di quei territori per i quali si può parlare, a ragion veduta, di viticoltura eroica: spesso lo spazio fra i filari è strettissimo e ciò non permette il passaggio di numerose macchine. La maggior parte dei lavori deve quindi essere effettuata manualmente e le ripide pendenze, le temperature rigide protratte a lungo, complicano ulteriormente il lavoro.

Il sistema disciplinare italiano ha premiato il lavoro eroico di questi viticoltori, riconoscendo a questo territorio una Docg chiamata Valtellina superiore e ben 5 sottozone, individuate a seconda della posizione dei vigneti: Sassella, Grumello, Inferno, Valgella, Maroggia.  

I vini provenienti da queste zone sono caratterizzati da un’estrema eleganza: il Nebbiolo qui perde quella potenza tipica dei vini piemontesi, per acquisire un’estrema finezza. Caratteristiche ricorrenti sono le note floreali di viola e geranio e la speziatura.

I fratelli Nera, da decenni impiegano le loro risorse e la loro fatica nella valorizzazione di questo territorio. Sono proprietari di due aziende locali chiamate Cantina Nera e Caven Camuna, dove il Nebbiolo, chiamato in dialetto locale Chiavennasca, viene coltivato e valorizzato.

Nell’ultimo mese dall’azienda Caven è stato lanciato un nuovo prodotto chiamato Cerasum, un nebbiolo delle alpi vinificato in rosè.

Cerasum 2019:

il vino si presenta con un colore rosa cerasuolo. All’olfatto si caratterizza per i suoi sentori floreali che richiamano i petali di rosa, note fruttate di ciliegia e ribes, mineralità. Al palato mostra una freschezza non invasiva: note sapide, lunga la persistenza. Un nebbiolo in versione smart, ottimo per una bevuta disimpegnata.

Se invece si ha voglia di una bevuta più impegnativa l’azienda offre varie proposte, un vino che merita sicuramente un assaggio è la Martellina, Valtellina superiore DOCG sottozona Inferno.

La Martellina 2015:

il nome del vino non è casuale: deriva dall’attrezzo utilizzato dalle comunità preistoriche locali, per realizzare i loro graffiti su pietra. Proprio nella zona dove insistono oggi i vigneti dell’azienda sono stati ritrovati numerosi rinvenimenti archeologici, fruibili durante un’eventuale visita in azienda.

Si presenta con un colore rosso rubino tendente al granato. Al naso anche qui ritroviamo note florali e di frutta rossa, ma emergono anche sentori speziati di pepe nero, legno, caffè, sullo sfondo di un bel sentore balsamico. Al Palato mostra una freschezza ed un tannino vivissimi ma non invadenti, ben equilibrati, bilanciati da giusto tenore alcolico e morbidezza. Di corpo importante e lunga persistenza. 13 gradi alcolici.

Una Docg spesso ancora poco conosciuta, ma che va necessariamente provata per ampliare i propri orizzonti enologici.

Sostenendo i viticoltori della Valtellina si contribuisce anche alla risoluzione di un problema ecologico: infatti, se questi terreni venissero abbandonati, i terrazzamenti non più curati finirebbero per cedere, causando il dilavamento dei terreni esposti all’azione delle acque piovane.

I paesaggi da ammirare in quelle zone sono davvero notevoli e meritano sicuramente una visita. Per info e visite: https://www.neravini.com/