Sabato 24 novembre 2018 si è svolta a Roma, presso l’Hotel Sheraton Roma, la manifestazione Bere Bene, organizzata dal Gambero Rosso, a cui ho partecipato con molto interesse. Nel corso di tale evento sono stati premiati molti vini che il panorama di eccellenza nazionale offre, in occasione della presentazione della guida Berebene 2019 del Gambero Rosso, alla sua ormai ventinovesima edizione. In particolare sono stati premiati vini dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, che non costano al pubblico più di 13 euro. E’stata organizzata anche una grande degustazione, nel corso della quale è stato possibile assaggiare sia alcune delle etichette presenti in guida, sia altri ottimi prodotti delle aziende coinvolte.
Sono sempre alla ricerca di piccole e medie aziende nuove e/o poco note, che offrano vini di grande qualità, magari distribuiti quasi solo localmente e per acquistare i quali, dettaglio di non poco conto, non sia necessario svuotare il proprio portafoglio. Questo tipo di ricerca mi dà anche, nel mio piccolo, la possibilità di aiutare tali aziende ad essere conosciute anche al di fuori del proprio territorio e ad essere più presenti sul mercato. Bere Bene mi ha regalato, in tal senso, una nuova bella opportunità, che desidero condividere con voi, descrivendo, in breve, le aziende incontrate ed i relativi vini presentati. Si tratterà di fare, insieme, un breve viaggio virtuale in giro per l’Italia, tramite la descrizione degli ottimi prodotti, che ho avuto il privilegio di degustare in occasione di tale evento ed attraverso il racconto delle persone che erano presenti in rappresentanza delle aziende partecipanti.
CANTINA JOSEF WEGER
http://www.wegerhof.it/index.php
Per un’ottimo inizio del nostro viaggio ho scelto di iniziare dalla sommità della nostra penisola, in particolare dall’Alto Adige e da una piccola azienda, la Cantina Josef Weger, che si trova a Cornaiano (Girlan), nel cuore della strada del vino. Una vera perla alto atesina sita alle porte di Bolzano, in uno dei punti più vocati di un territorio favoloso, in cui le lunghe marne porfidiche assorbono il calore delle temperature estive elevate e proteggono durante l’inverno dai freddi venti da nord. L’azienda è stata fondata nel 1820 e la proprietà della cantina è sempre rimasta, sino ad oggi, nelle mani della famiglia Weger. Josef Weger, il creatore della cantina, fu un precursore tra i produttori che, in Alto Adige, hanno creato i grandi e noti vini che abbiamo oggi il privilegio di degustare. Successivamente il figlio di Josef perpetuò la strada tracciata dal padre, ampliando e modernizzando l’azienda. Attualmente, sei generazioni di produttori dopo, questa impresa familiare è attiva, oltre che nell’attività vitivinicola, anche nell’ambito della ricezione turistica.
Oggi la proprietà è giunta nelle mani del Dott. Johannes Weger il quale, perseguendo gli standard qualitativi del suo trisavolo, si distingue ancora per l’eccellenza della propria produzione. In vigna si lavora infatti davvero con grande cura, nel pieno rispetto di ambiente, natura ed ecosistema. Giunte in cantina, le uve vengono valorizzate e lavorate con grande riguardo, al fine di esaltare ciò che la stagione ed il territorio sono stati capaci di esprimere. Ai tre ettari vitati di proprietà se ne aggiungono, al momento, cinque in affitto, per una produzione annua che si attesta su una media di 80 mila bottiglie. La selezione è ampissima, si spazia dagli internazionali Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco e Muller Thurgau, allo strepitoso Gewurtaminer aromatico. Tra i rossi Lagrein, Schiava nobile e Pinot Nero.
A Bere Bene ho avuto il piacere di incontrare di persona il Dott. Weger che, con passione e sapienza, mi ha descritto la sua azienda ed il vino presente in guida: il Pursgla 2017, un Müller Thurgau Alto Adige Doc, il cui vigneto si trova in una zona collinare, a 600 mt., nella Bassa Atesina. Viene vendemmiato verso la metà di settembre, subisce una vinificazione con fermentazione, in serbatoi d´acciaio, a temperatura controllata ed un affinamento sui propri lieviti per alcuni mesi, sempre in acciaio, prima dell’imbottigliamento
MÜLLER THURGAU PURSGLA 2017
Degustazione:
Nel bicchiere si presenta giallo paglierino brillante, con riflessi verdognoli. Al naso è intenso, fine e svela sentori di mela gialla poco matura, croccante. Seguono le note di fiori bianchi, di erbaceo, di erbe aromatiche (salvia e mirto), seguite da note minerali particolarmente evidenti. Al palato risulta molto fresco, nervoso, sapido, di giusta struttura, ben bilanciato grazie alla buona morbidezza delle sue componenti gliceriche. Regala un finale ammandorlato, tipico, intriso di agrumi e lungo. Un perfetto aperitivo, ma che può essere anche abbinato ad antipasti, primi e secondi leggeri a base di pesce bianco, crudo e/o poco condito, o a base di verdure ed erbe aromatiche. Davvero ottimo il rapporto qualità prezzo.
ARESCA
https://www.arescavini.it/it/aresca
Proseguiamo facendo “un salto” in Piemonte, per andare virtualmente a trovare l’azienda dei FRATELLI ARESCA, nel cuore del Monferrato, a Mombercelli. L’azienda nasce nel 1952, quando i fratelli Luigi e Piero Aresca creano questa realtà vitivinicola nell’astigiano. Questa zona è considerata vocata sin dall’antichità, con i suoi suoli calcarei, a reazione alcalina, poveri di sostanze organiche ed aridi d’estate. I filari di viti che ricoprono quasi totalmente le dolci colline della zona, ne sono una diretta testimonianza. Terra di vini di grande qualità e, su tutti, luogo di produzione d’eccellenza del Barbera. L’azienda mantiene un carattere familiare, nonostate il volume della produzione sia aumentato nel tempo (per un totale di circa 100.000 bottiglie l’anno), per una scelta consapevole ed una filosofia di vita tipica di chi popola il Monferrato. La produzione è costituita sia da classici vini monferrini, che da alcuni tra gli altri migliori vini piemontesi. In cantina, gestita con cura e passione, ai metodi tradizionali si affiancano le nuove tecnologie, necessarie ad ottenere alti standard di qualità.
A Bere Bene ho incontrato il giovane Fabio Aresca, enologo, nipote di uno dei fondatori dell’azienda, Luigi e figlio dell’attuale proprietario. Fabio mi ha raccontato l’impegno di tutta la famiglia nel portare avanti l’azienda con passione e dedizione e mi ha fatto degustare due vini simbolo dell’azienda: Il Grignolino D’Asti Doc 2017, premiato in guida, ed il San Luigi Nizza Docg 2015. Ho molto apprezzato il Grignolino, ma sono rimasta particolarmente colpita dal San Luigi, che avevo particolare curiosità di assaggiare, essendo la prima annata di produzione dell”azienda.
Nel Monferrato, già patria del Barbera Nizza Doc, la vendemmia del 2014 è stata la prima a potersi fregiare della denominazione ufficiale Nizza Docg, a coronamento di un lavoro lungo ed impegnativo iniziato, nel 2000, con l’introduzione delle sottozone nell’area della Barbera d’Asti. La famiglia Aresca ha deciso di produrre anche il proprio Nizza Docg, chiamandolo San Luigi, in onore di uno dei fondatori dell’azienda, ormai scomparso, presentandolo come il vino simbolo e fiore all’occhiello della propria produzione. Le uve barbera 100% utilizzate provengono da vigneti selezionati, situati intorno a Nizza Monferrato. Questi vigneti beneficiano di ottima esposizione (da sud-est a sud-ovest) ed hanno rese molto basse (7 tonnellate / ettaro). La vinificazione viene effettuata mediante fermentazione alcolica controllata e macerazione per 20 giorni. Affina per 12 mesi in botte e per 6 mesi in bottiglia, prima della messa in vendita. Il risultato è un vino complesso ed intenso, dallo straordinario potenziale per l’invecchiamento.
NIZZA DOCG SAN LUIGI
Degustazione:
Ha un colore rosso intenso, luminoso. Al naso si presenta sorprendente per la sua nettezza ed eleganza: è etereo, complesso, con netti sentori di frutta rossa non ancora del tutto matura, soprattutto ciliegia rossa e nera, lieve violetta, cioccolato, cacao amaro, tutto avvolto da dolci note di tabacco. Alla gustativa è coerente, ampio, strutturato, caldo, dalla giusta freschezza, tipica del vitigno in questa zona. Ottimamente bilanciato grazie a morbidezza e rotondità, regala un finale lungo, pulito, piacevolmente sapido. Ideale con piatti sostanziosi: salumi speziati, paste ripiene di carne, carni rosse e selvaggina.
MARSURET
http://www.marsuret.it/it/azienda/
Passiamo in Veneto per “andare a trovare” la proprietà della famiglia Marsura, tra le dolci e bellissime colline culla della produzione della DOCG Valdobbiadene. L’azienda si trova in particolare a Guia, in piena zona di produzione del Cartizze. I vigneti, di proprietà, vengono coltivati a mano sui ripidi pendii, in una zona oltremodo nota per esposizione, microclima e caratteristiche dei terreni, che garantiscono una qualità produttiva straordinaria. L’azienda nasce tra le due guerre, nel 1936, quando nonno Agostino Marsura, detto appunto Marsuret, acquista un primo vigneto ed inizia a produrre il primo vino frizzante, a fermentazione naturale in bottiglia. Nel tempo la Marsuret si è sensibilmente ingrandita e le sue redini sono passate al fratello di Agostino, Giovanni che, proseguendo una storia di produzione di qualità, si è dedicato con gran cura ai suoi vigneti, effettuando una raccolta manuale ed una rigorosa selezione delle uve. Nel 1980 vengono coinvolti nella gestione i figli di Giovanni: Valter ed Ermes. Oggi troviamo ancora saldamente Ermes alla guida dell’azienda, il quale ha introdotto l’adozione di nuove tecniche di produzione e ricerca, per garantire un prodotto sempre migliore. Diretta conseguenza di tale impegno sono i numerosi riconoscimenti ottenuti, in particolare nella categoria degli Spumanti Prosecco e Superiore di Cartizze, grazie anche alle nuove idee, conoscenze ed entusiasmo apportate dai figli Alessio ed Enrico. Ad oggi l’azienda può contare su circa 60 ha di vigneti di proprietà, con una produzione di circa 600.000 bottiglie all’anno.
A Bere Bene, in rappresentanza dell’azienda, ho incontrato la Sig.ra Arianna, che mi ha descritto molto bene la filosofia produttiva della famiglia Marsuret, mi ha descritto le bellezze della zona, (invogliandomi mirabilmente ad una visita della cantina!) e mi ha fatto degustare, tra gli ottimi vari prosecchi presenti, anche il Cartizze Superiore di Valdobbiadene Dry, un vino pluripremiato, che ho davvero molto apprezzato.
CARTIZZE SUPERIORE DI VALDOBBIADENE DRY DOCG
Degustazione:
Questo Prosecco Superiore di Cartizze rappresenta uno dei prodotti di punta della cantina Marsuret. Le uve Glera 100% che lo compongono provengono dalla celebre collina di Cartizze, nota zona da cui originano i prosecco migliori. La vinificazione avviene in bianco, con pressatura soffice dei grappoli e presa di spuma che si svolge in autoclave, secondo il Metodo Charmat. Si contraddistingue per un colore giallo paglierino tenue, brillante, e per un perlage vivace e fine. Al naso, fresco, tipico e molto intenso, esprime una leggera e piacevole aromaticità, in cui si rilevano nitidamente fiori e frutti freschi: rosa, biancospino, cedro, arancia bionda, mandorla fresca, susina e mela. Si percepiscono in successione accenni di erbe aromatiche, eucalipto ed eleganti toni minerali. Dona una bocca molto fresca, fine, cremosa, dall’ottimo equilibrio, che propone una retrolfattiva molto coerente, caratterizzata da un gustoso agrume dolce. Chiude decisamente lungo, persistente, pulito. Ideale con i dessert, accompagna bene i dolci secchi ed è perfetto da servire in tutte le occasioni importanti.
COLLE ONORATO
Passiamo alle Marche, per incontrare un giovannissima, direi quasi neonata azienda di Jesi, che mi è rimasta molto impressa. In particolare mi ha molto colpito la storia di coraggio ed intraprendenza che la giovane proprietaria, Giulia Borioni, mi ha raccontato. L’Azienda è nata circa un paio d’anni fa e si trova in una zona molto vocata, a 500m sul livello del mare, alle porte di Jesi, nel mezzo delle bellissime e dolci colline culla del Verdicchio più pregiato e noto, quello Classico Superiore, in cui nascono vini sapidi, minerali e di grande struttura. A gestire questa nuova bella realtà, dalla vigna alla cantina, fino alla messa in vendita, sono due appassionati ed entusiasti giovani: la stessa Giulia e Luca Silvestri, con la preziosa collaborazione dell’enologo Roberto Cantori. Giulia racconta la propria storia e quella di Colle Onorato con un trasporto ed una luce negli occhi che affascina. Racconta di essere sempre vissuta, da bambina, in campagna e che la propria famiglia si è sempre occupata di agricoltura, creandole una naturale predisposizione a perpetrare questo tipo di filosofia di vita. Così Giulia si laurea in Economia e Marketing nel sistema agro-industriale e corona il proprio sogno creando Colle Onorato. Per Giulia e per chi collabora con lei il vino è arte, poesia, creatività, sorpresa, sempre con un occhio attento soprattutto alla grande qualità, da raggiungere contemperando tradizione ed innovazione nelle tecniche produttive. In azienda si producono tre vini di grande qualità: due selezioni di Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore (La Giostra ed Il Prologo) ed un Rosso Piceno DOC (Il Cortese). La produzione di bottiglie attualmente è di 9000 bottiglie di Prologo, 6000 bottiglie di La Giostra e 2000 bottiglie di Il Cortese. I vigneti hanno una resa di circa massimo 90 quintali per ettaro. Una menzione speciale per le etichette scelte, opera di un’artista (Francesca Ballarini) e frutto di un’idea di Giulia: raccontano di una storia d’amore medioevale e sono poetiche, bellissime, in cui l’impronta femminile è assolutamente riconoscibile! A Bere Bene ho degustato e molto apprezzato Il Prologo, che vi voglio descrivere con vero piacere. Il vigneto in cui si coltivano le uve, 100% Verdicchio, con cui viene prodotto questo vino, si trova ad Apriro, in località Sant’Urbano, in una bellissima vallata al confine tra la provincia di Macerata e quella di Ancona, a circa 500 metri sopra il livello del mare. Le uve, raccolte a mano, successivamente vengono sottoposte ad una pressatura soffice e subiscono una fermentazione in vasche d’acciaio, ad una temperatura costante di 16 gradi. Viene poi affinato, sempre in acciaio, per circa 8 mesi prima dell’imbottigliamento, dopo esser stato sottoposto a Batonnage.
VERDICCHIO DE CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE DOC PROLOGO
Degustazione:
E’ un vino dal colore giallo paglierino carico, luminoso, con tenui riflessi verdognoli. Al naso è ricco, intenso, piacevolmente fruttato ma, soprattutto floreale: le note tipiche di pesca bianca, lievi agrumi, mela golden, pera decana e susina si fondono, quasi vengono sovrastati dalle note di biancospino ed acacia, a cui seguono sentori più vegetali, di camomilla, tiglio e salvia, con delle leggere sfumature, tipiche, di mandorla. Al palato, di buona struttura, è decisamente fresco, sapido e minerale, equilibrato, caratterizzato da una buona persistenza gusto-olfattiva e da un finale lungo, tipico, ammandorlato e fine. Ottimo come aperitivo, è anche perfetto a tutto pasto, con molti piatti della cucina Mediterranea a base di pesce, verdure e carni bianche.
CRESPAIA – AZIENDA AGRICOLA PRELATO
Sempre nelle Marche ci spostiamo verso Fano, in Provincia di Pesaro ed Urbino, per “visitare” L’Azienda Agricola Prelato, davvero una magnifica scoperta: una realtà recente, locata in una zona incantevole, poco conosciuta ma dalla storia antica. Pochi sanno infatti che, sulle dolci colline che dominano la piana del Metauro, terreno fertile per la coltivazione di uve pregiate, le origini della coltura vinicola risalgono circa al decimo secolo A.C. Furono in seguito gli Etruschi a dare un impulso decisivo alla coltivazione della vite, valorizzando la potenzialità dei terreni, la mitezza e varietà di microclimi, favoriti dalla ricchezza orografica. I Romani poi, con sapienza, resero noti vini della zona al mondo. In particolare era molto riconosciuta, all’epoca, la grande qualità del Bianchello del Metauro, tanto che Tacito, tra mito e realtà, racconta come abbia avuto un grande ruolo nella sanguinosa battaglia del Metauro, nel 207 A.C., quando i romani combatterono contro l’esercito cartaginese di Asdrubale, che venne sconfitto proprio a causa del troppo Bianchello bevuto.
Proprio nel cuore di questa zona troviamo Crespaia, collocata in una punto strategico, a picco fra l’azzurro del mare e il verde delle campagne circostanti, fra gli ulivi e le colline che abbracciano Fano. Da questa posizione privilegiata è nato il nome “Crespaia”, che ricorda le increspature del mare e quella dell’aia, che in questo luogo, da sempre, si incontrano scambiano le loro essenze. Questo il nome scelto da Rossano Sgammini, un imprenditore informatico, che ha acquisito quest’azienda nel 2010 e che ha rinnovato 1/3 degli ettari vitati al fine di aumentare la densità degli impianti, portando, con grande passione e determinazione, la produzione ad un livello di qualità superiore.
La filosofia aziendale: grande attenzione durante la vendemmia, in cui i grappoli vengono raccolti a mano e adagiati in piccole cassette per conservare l’integrità dei frutti e permettere la selezione delle migliori uve; sostenibilità ambientale (dal febbraio 2013 per tutta l’azienda è stata effettuata una completa conversione al biologico). Ad oggi gli ettari vitati, di proprietà, sono 10 e la produzione si attesta annualmente in 500 quintali di uva ed in circa 40.000 bottiglie di vino. Tipologie di vini prodotti: Bianchello del Metauro DOC, Colli Pesaresi Sangiovese DOC ed uno Spumante Brut. Alcuni dei vini sono provvisti di tappo a vite, una scelta assolutamente condivisibile per prodotti che non sono destinati al lungo invecchiamento. A Bere Bene ho avuto la fortuna e l’opportunità di parlare proprio con il produttore, che mi ha illustrato con tanta passione le bellezze della zona, l’impegno produttivo, le grandi potenzialità della sua terra. Il Sig. Sgrammini mi ha anche fatto degustare e mi ha, con sapienza, descritto il Suo Bianchello del Metauro Superiore DOC di punta: il Chiaraluce 2016, che ha già ricevuto tanti riconoscimenti e che ho trovato davvero ottimo! Viene prodotto con uve 100% bianchello biologiche certificate che, raccolte a mano e diraspate, subiscono una pressatura soffice ed una vinificazione in acciaio a temperatura controllata. Matura poi per 9 mesi in acciaio, sui lieviti.
D.O.C. Bianchello del Metauro Superiore Chiaraluce 2016
Degustazione:
Ha un classico colore giallo paglierino molto scarico, brillante, con riflessi verdognoli. Il naso è intenso, potente e regala profumi molto vari: spiccano eleganti note floreali di biancospino, tiglio e giglio, accompagnate da un frutto fresco, pompelmo, cedro ed un accenno di ananas. Seguono le erbe aromatiche mediterranee, la salvia, un curioso dragoncello e, soprattutto, caratteristica che mi ha molto colpita, una spiccata e raffinata mineralità iodata. All’assaggio la scattante e ricca freschezza e l’ottima sapidità minerale, vengono ben bilanciate dall’importante apporto glicerico, che dona un’ottima struttura. Il finale è persistente, molto fine, con evidenti richiami alle sensazioni retrolfattive, di notevole mineralità e pulizia. Perfetto in abbinamento con antipasti leggeri, di verdura o pesce, con fritture saporite, con le carni bianche; ma si presta bene anche come aperitivo o per accompagnare interamente un pasto leggero.