Di Gianni Russo
TI PORTO IN CALABRIA…
Che io veda la Calabria come un pezzo di cuore da lasciare andare via alla fine dell’estate per poi ricercarlo e ritrovarlo l’anno successivo, non è un segreto, qui ci sono praticamente nato e cresciuto.
Questa terra mi ha dato tanto e continua a darmene, sempre di più.
Oggi, nel vano tentativo di sanare il debito, provo a restituire qualcosa a mio modo.
Da bambino la Calabria era un’avventura. Si iniziava con una sveglia alle 4:00 del mattino, dovevamo fare presto per evitare la coda del casello di Salerno, poi 600 km infernali sulla Salerno-Reggio Calabria, una corsa contro il tempo, l’illusione che ogni nuovo anno potesse essere quello buono, quello con meno cantieri, meno deviazioni e meno gente negli auto-grill.
Le illusioni di papà erano leggermente diverse…
Io e mio fratello eravamo una combo perfetta e a lui sarebbe bastato avere due figli muti per 7 ore all’anno, invece che sorbirsi i continui: “Quanto manca? Siamo arrivati? Ci fermiamo al prossimo auto-grill?”. Fortunatamente per quel pover’uomo, arrivava il momento in cui la mia attenzione veniva catturata da altro.
L’uscita autostradale di Rosarno: lì per me iniziava l’avventura, da lì si attraversava tutto l’Aspromonte in quello che a me piace chiamare il “ Coast to Coast calabrese “. Una strada che collega le due coste in un paesaggio meravigliosamente aspro e selvaggio con al centro una galleria lunghissima, che da piccolo mi sembrava infinita.
Potreste ad un certo punto pensare di trovarvi in un loop infinito, ma vi assicuro che termina… ecco!
Dopo che quei 3,2 chilometri sono finiti e si ritorna a vedere la luce, i finestrini dell’auto vanno abbassati, come fossero finestre di un cuore che si spalancano accogliendo un mix di profumi magici… gelsomino, macchia mediterranea (quella vera), salsedine, erbe aromatiche e terra arsa; neanche il miglior maitre parfumeur del mondo saprebbe fare di meglio.
IL TESORO
Negli anni le mie esigenze sono cambiate e di pari passo i miei interessi.
L’ amore per il vino mi ha portato in un viaggio fantastico, che alla scoperta delle cantine locali tra vedute mozzafiato e vigneti che baciano il mare, mi ha condotto al tesoro. Freno a mano, il finestrino si rialza, siamo a Bianco, un piccolo paesino costiero di una Calabria che ha tanto da raccontare.
ANTONELLA LOMBARDO
Qui nel 2022 ho trovato Antonella, proprietaria dell’azienda omonima Antonella Lombardo, che con me, di quella terra, condivide le stesse emozioni; lei però per lavoro, quel finestrino, lo chiudeva lì dove io invece lo aprivo.
Antonella è un avvocato e per un po’ di anni il lavoro l’ha portata lontana da quelle zone, ma la Calabria non è solo una regione, ce l’hai dentro, anche quando non ci pensi… e quando la Calabria chiama…
Toga appesa e nuova vita, Antonella dal 2019 ha deciso di valorizzarla, quella terra, e ha deciso di farlo nel modo più sensato possibile, facendo una di quelle cose che si è sempre fatta naturalmente da anni nelle famiglie locali: il vino.
Quel finestrino ormai lo chiude molte meno volte e, anche se sono passati solo 5 anni, sembra stia riuscendo egregiamente nel suo intento.
Nel 2021 riceve dal Gambero Rosso il premio “viticoltrice dell’anno“, nello stesso anno il suo Greco ottiene i “tre bicchieri“, premio riottenuto anche nel 2023; nel 2022 tocca invece al Cheiras aggiudicarsi l’ambito riconoscimento.
Siamo in Calabria ed è bene non dimenticarlo, come non va dimenticato che Antonella ha dato vita a questa realtà durante una pandemia che ha messo in ginocchio tutto lo stivale, ma che non ha scalfito minimamente la sua testardaggine e la sua voglia di far bene.
TRA STORIA E INNOVAZIONE
La “Costa dei Gelsomini “, così si chiama la stessa zona in cui i Greci sbarcarono nel VII sec. a.C. è un luogo magico, dove tutto sembra essersi fermato al tempo in cui genuinità e semplicità riempivano le nostre vite, dove si possono trovare promontori bianchi chiamati Calanchi, un mare fantastico e terreni che, in quanto a ricchezza del sottosuolo, non hanno nulla da invidiare ad altri.
Qui Antonella, nei suoi 6 ettari, ha iniziato la sua avventura recuperando alcuni vitigni storici ed oggi in azienda è possibile trovare in produzione Gaglioppo, Nerello Mascalese, Calabrese Nero ed Alicante per i rossi; per i bianchi Greco di Bianco e Mantonico.
I vitigni più antichi sono coltivati ad alberello, mentre i più recenti sono a spalliera. Tutto secondo i principi del regime biologico e nel pieno rispetto dell’ecosistema, tanto da rendere Antonella anche una fiera sostenitrice del sistema di chiusura con tappo a vite o STELVIN. Certo si potrebbe aprire un bel dibattito sull’argomento e da parlare ce ne sarebbe davvero tanto, ma la verità è forse molto semplice, i vantaggi ci sono sicuramente e anche Antonella ne è fermamente convinta, tanto da aver provato a fare una doppia chiusura su alcune sue etichette sia con Stelvin che con sughero.
Quante bottiglie si potrebbero salvare da indesiderati problemi? L’impatto ambientale sarebbe di sicuro minore dato anche il notevole miglioramento, in ambito europeo, in merito al riciclo dell’alluminio.
I punti a favore sono molteplici e vi invito a leggere un bell’approfondimento sul sito dell’azienda, molto dettagliato e corredato di dati interessanti. Io di contro sono un inguaribile romantico, bisognoso di quel tocco di poesia infuso dall’estrarre un sughero dal collo di una bottiglia ma, come dice Antonella, per un “gesto” perso ce ne sono tanti altri guadagnati.
L’INTERVISTA
Ritorniamo a noi. La curiosità e le emozioni sono tante, ma non si viene nella parte più a sud della penisola per poi andarsene senza aver fatto, quantomeno, qualche domanda.
Ciao Antonella, non ci vediamo da un anno, cosa è cambiato?
“Sono stati impiantati nuovi ettari che prima erano a diversa coltura, con barbatelle che avevo lasciato in vivaio e che ora hanno già tre anni.
Sono circa 1,6 ettari che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti e che probabilmente tra un paio di anni potrebbero iniziare a dare i primi frutti”.
Da avvocato a Milano a viticoltrice sulla costa Ionica, immagino che non tutti credevano in questo cambiamento, proceda con la difesa…
“In realtà non ci credeva nessuno! Sentivo frasi del tipo: ‘ne parli come se fosse un gioco’. La realtà è che se in una cosa ci credi fermamente e per giunta ti piace anche, allora tutto è possibile. D’altronde, a me le cose semplici non sono mai piaciute.
A rincarare la dose, poi, è arrivato anche il Covid con tutte le sue conseguenze…”
Si dice che la viticoltura in Italia sia da attribuirsi ai Greci e le tue vigne sono situate dove sbarcarono secoli fa. Cosa si prova a ritrovarsi nella culla di un bambino ormai cresciuto?
“È storia, quel tassello in più che ti fa capire che la mia non era un’idea cosi pazza. Chiaramente sono epoche diverse: ora abbiamo innovazioni tecnologiche, nuove metodologie, ma sapere che c’è un presupposto, ti fa partire da una base molto solida. Dire che questa sia stata “la terra del vino” non basta: bisogna scrivere il futuro lavorando oggi. Le nostre colline sono piene di palmenti, solo in questa piccola zona se ne contano più di 500, dire che queste cose non aiutino, sarebbe mentire, ma bisognerebbe fare anziché ricordare”.
Vincere in casa credo sia un po’ il sogno di tutti. Era questo il sogno che riempiva il tuo cassetto?
“Assolutamente no! Io sogno di portare la Calabria fuori dai suoi confini. Per anni si è parlato di Calabria solo per fatti che di certo non le rendevano giustizia; io vorrei farla conoscere per le cose belle, valorizzare questo territorio e farne apprezzare le qualità.”
Ci stai riuscendo?
“Mi auguro di sì”.
Tra le tue etichette, una riporta il nome “autoritratto”, chi è Antonella e che versione dite dovremmo trovare in questo vino?
“Antonella è autoritratto! Difficile, ostico, ma allo stesso tempo versatile”.
Viticoltrice da soli 5 anni, stai raccogliendo risultati a dir poco entusiasmanti, quale pensi sia allora il problema di questa Calabria che sembra arrancare?
“Tocca risponderti con una frase già usata in questa intervista: risiede tutto nel fatto di non crederci abbastanza, di non riuscire a creare un gruppo. Serve caparbietà; da soli il percorso risulta difficile e lungo, tante piccole eccellenze insieme potrebbero avere un risalto maggiore e maggiori attenzioni”.
Stradine impervie e dissestate, quasi impraticabili, incendi all’ordine del giorno e temperature estive che facilmente sfiorano i 40°; bastano come presupposti per considerare questa come una viticoltura eroica?
“Se non è questa viticoltura eroica…
Dovrebbe però essere riconosciuta. In alcuni vigneti addirittura è impossibile arrivarci se non a piedi, in alcuni casi anche portare un semplice macchinario in vigna risulta proibitivo, per non parlare delle temperature che raggiungono i 35°già alle 9 del mattino”.
LA SORPRESA
Antonella non è stata, però, pienamente sincera. Certo, ha acquisito nuovi ettari, ma aveva omesso di dirmi che aveva una nuova etichetta, lì, pronta a sorprendermi.
Al momento della degustazione, la noto sul tavolo tutta bianca, con i confini dei vigneti delineati e leggermente in rilievo (una chicca): “Particella Cinquantotto”, un Greco di Bianco 100%, proveniente dai migliori vigneti e prodotto in sole 1500 bottiglie.
Il suo Greco mi aveva conquistato la prima volta che lo assaggiai, ma questo ha saputo fare anche meglio: il profilo olfattivo è di elevata intensità, assai complesso, da provare ad occhi chiusi… il solo modo che conosco per sentirmi a casa anche quando sono lontano. In poco tempo ti accorgi che dentro la bottiglia, oltre a un grande vino, c’è tutta quella costa di Calabria: i profumi, le emozioni, l’amore che Antonella ci ha saputo mettere e la speranza che da qui si acquisisca la consapevolezza che le ricchezze spesso sono a portata di mano ma, come Antonella dice, bisogna iniziare a “fare” ed a farlo bene!
Gli altri vini sicuramente non sono da meno, ma voglio lasciarvi un pizzico di curiosità. Di certo troverete più di una sorpresa e se non avete mai provato un passito di Greco di Bianco, il Cheiras è una bottiglia da non perdere; ma serve fortuna: sono solo 800.
IN CONCLUSIONE…
L’estate finisce e anche questa giornata non ha ricevuto sconti. Resta come tutti gli anni un po’ di malinconia, ma allo stesso tempo quel senso di felicità, quel sorriso soppresso, dentro, che non sa se uscire. Lo stesso sorriso che ti accompagna per un anno intero, pronto ad esplodere quando sarà il momento, quello in cui tornerà l’estate e tu tornerai là, dove hai sempre saputo di appartenere.
Certo è ripetitivo, ma una frase riesce a non abbandonarmi semplice, scontata, eppure estremamente vera: “si deve fare e si deve fare bene”!
Solitamente a questo punto mi viene voglia di bere, ma stavolta non posso: devo guidare. Qualcuno che si offre di accompagnarmi a casa?
Perdonatemi, ma è una questione di priorità!
INFO
Azienda Agricola Antonella Lombardo
C.da Muratori SP 69 (Ex Cacib) – 89032 Bianco (RC)
WEB SITE: https://antonellalombardo.com/
TEL. +39 0964 1901835
MAIL TO: info@antonellalombardo.com