A Cena con Fellini I serata: le origini

La Magnifica Biblioteca Angelica vi accoglie per un evento imperdibile

Nella suggestiva e incomparabile cornice del Salone Monumentale vanvitelliano della Biblioteca Angelica di Roma, l’11.02.u.s. si è svolta la prima serata dell’evento A Cena con Fellini, organizzata da Il Bacaro Eventi.

Per info e prenotazioni: https://www.ilbacaroroma.com/landingpage_f/a-cena-con-fellini/

Il progetto è nato per valorizzare una mostra fotografica intitolata “FEDERICO FELLINI. IRONICO, BEFFARDO E CENTENARIO”, curata da Simone Casavecchia e organizzata presso la galleria della biblioteca, in occasione del centenario della nascita del grande regista. Le meravigliose fotografie selezionate provengono dall’archivio fotografico del CSC – Cineteca Nazionale. La mostra, curata da Simone Casavecchia, è coprodotta da Centro Sperimentale di Cinematografia ed Edizioni Sabinae e sostenuta dalla Direzione Generale per le Biblioteche e gli Istituti Culturali (MiBACT), con il patrocinio dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello.

Simone Casavecchia

Il luogo è emblema di una bellezza antica, incommensurabile, eterna: uno di quei luoghi celati di quella grande Roma che sorprende, ammalia, toglie il respiro.

Aperta nel 1604, l’Angelica è considerata uno dei primi esempi di biblioteca “pubblica”, ovvero di un’istituzione creata con il fine offrire un accesso ai libri ad una comunità di lettori il più ampia possibile. La biblioteca Angelica venne fondata grazie al lascito del vescovo marchigiano Angelo Rocca (1546-1620), da cui prese il nome. Rocca, agostiniano, lasciò la propria ricca raccolta libraria ai frati del suo ordine presenti a Roma, dotandola di proprie rendite e decretandone l’apertura gratuita e libera a tutti. Dal 1940 è sede dell’Accademia Letteraria dell’Arcadia. Nel 1762, grazie alle predette rendite, fu acquistata Angelica la biblioteca del cardinale Domenico Passionei, acquisizione che raddoppiò il patrimonio della biblioteca. È a questo ampliamento della collezione che risale l’attuale aspetto architettonico e maestoso del suo salone monumentale, dovuto alle sopravvenute esigenze di spazio: realizzazione creata dall’architetto Luigi Vanvitelli e ultimata nel 1765. Dal 1975 la Biblioteca Angelica fa parte del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e ha all’attivo e tutela circa 200.000 volumi, più della metà editi dal XV al XIX secolo. Vi sono presenti opere filosofiche e trattati sul pensiero di Sant’Agostino e sull’attività dell’ordine agostiniano, sulla storia della Riforma e Controriforma, raccolte su Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, testi di letteratura italiana e sul teatro dal XV al XVIII secolo, opere su Roma, periodici italiani e stranieri dei secoli XVII e XVIII e, inoltre, circa 600 pubblicazioni periodiche, italiane e straniere. Un patrimonio inestimabile racchiuso in un gioiello architettonico meraviglioso.

La serata si è svolta in questo luogo magico, le cui atmosfere, sospese nel tempo, sono state enfatizzate da un’architettura di luci soffuse e colorate che, con sapienza, rievocavano l’arte onirica del grande maestro di visioni cinematografiche.

La serata, come quella a venire, e stata mirabilmente presentata da Ivan Bacchi, il noto attore e conduttore televisivo. Ivan vanta una invidiabile carriera cinematografica e televisiva: originario di Ferrara, ha un passato alle spalle da calciatore, ma abbandonerà i campi di calcio ancora giovanissimo, a causa di un infortunio. Da questo momento difficile inizia la svolta di vita e carriera: nel ’98 si diploma all’Accademia di Teatro di Bologna Galante Garrone ed creando un nuovo percorso di successo. Più volte diretto da Ferzan Özpetek, Sergio Rubini e Luca Lucini, annovera anche tante soap opera in cui appare come protagonista, tra cui CentoVetrine e Incantesimo 8. Dal 2009 al 2019 ha condotto numerosi programmi di cucina, partendo da Alice TV fino ad approdare al mainstream. Nel 2018 infatti inizia la sua avventura come co – conduttore al programma La prova del cuoco, che lo vede al fianco di Elisa Isoardi per due stagioni, e in altre produzioni di successo che pongono l’attenzione sui territori e i prodotti italiani (Linea Verde Orizzonti). Oggi collabora in diversi progetti per le Istituzioni Romane, tra cui il Teatro Olimpico nella serata «Bambini si diventa» e il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale presentando la serata ‘Farnesina: Digital Art Experience’. Ha sposato con entusiasmo il progetto A Cena con Fellini, regalando un valore in più alla bella iniziativa e presentando la serata con professionalità e simpatia.

Saula Giusto e Ivan Bacchi

In tutto questo bellissimo contesto, mi è stata data la bellissima opportunità di selezionare due o più produttori vitivinicoli di qualità che, nel corso delle serate programmate, presentassero i propri vini, in abbinamento a menù a tema, proposti durante le cene enogastronomiche dedicate alla vita di Fellini.

La prima serata è stata dedicata alle origini del maestro, alla cucina romagnola e riminese, città natale di Fellini. con un menù creato a cura del noto chef romagnolo Daniele Persegani.

Assieme ad Ivan, che mi ha coinvolta nel corso della serata, ho potuto non solo valorizzare produzioni italiane che ritengo d’eccellenza, ma anche raccontare, con il contributo degli stessi produttori, le storie delle loro vite, i territori, i vitigni le etichette proposte. Un privilegio.

Per questo evento ho scelto due aziende dinamiche, contemporanee, giovani, ma legate al passato ed alle tradizioni produttive della regione: entrambe fanno tesoro della sapienza contadina dei viticoltori, che da secoli producono vino in Romagna; ma sanno anche tradurre questo bagaglio antico in una filosofia e uno stile produttivo molto moderno.

Saula Giusto, Marco Cirese e Mauro Giardini

Ho scelto anche due differenti sottozone romagnole di provenienza, per proporre ciò che la regione può offrire, a livello vitivinicolo: le diverse sfumature gustative, il tipo di vino originale e personale che, a parità di metodi produttivi e scelta di vitigni (rigorosamente autoctoni per entrambe le aziende), si possono ottenere.

Ho invitato Marco Cirese, titolare di Noelia Ricci della sottozona di Predappio, e Mauro Giardini, titolare di Villa Venti della sottozona di Longiano.

Marco e Alice Cirese, Veronica Laurenza di Il Bacaro Eventi, Saula Giusto e Mauro Giardini

Il poter presentare a Roma due aziende romagnole di grande qualità mi è sembrato quasi un segno: come molti altri operatori del settore, semplici appassionati o consumatori, ho a lungo pensato, anche generalizzando o banalizzando, che il vino romagnolo non fosse granchè. La mia convinzione è nata non da un pregiudizio ma, è bene evidenziarlo, da un’esperienza di degustazione di vini romagnoli, in passato, di livello non certo eccellente. Mi ero fatta l’idea, come tanti altri, che la qualità non fosse uno standard che quella produzione poteva raggiungere.

Nel lontano 2001 ho infatti frequentato i primi due livelli del corso Ais a Bologna (conclusosi con il III livello a Roma) e in tale occasione ne avevo degustati parecchi di Pignoletti, Albana e Sangiovese di Romagna, ben lungi dall’essere degni di nota. In particolare, viceversa, complice anche la moda di stile produttivo di quell’epoca, ben mi ricordavo quei Sangiovese carichi, scuri, morbidoni, zuccherini e intrisi di legno, che proprio non mi erano piaciuti.

Ebbene, proprio negli ultimi anni ho avuto la bella sorpresa di poter appurare il balzo qualitativo dei vini di Romagna, il grande potenziale che questa regione sta esprimendo e trasformando in produzione di vini sempre più buoni, anno dopo anno.

Proprio di recente avevo incontrato Marco e Mauro, durante due differenti eventi romani dedicati al vino, e mi erano rimasti molto impressi per la qualità, la passione, il riguardo per il territorio e per i vitigni coltivati che mi avevano trasmesso, oltre che per gli ottimi prodotti degustati.

Molte le similitudini percepite. Entrambi i produttori rispettosi della terra, Marco bio in attesa dei tempi tecnici della certificazione, Mauro già bio certificato e in regime di biodinamica da qualche anno. Entrambi fautori di uno stile produttivo nuovo e contemporaneo, ma che ritrova le sue radici profonde nei vini dei contadini: più bevibili, conviviali, freschi, versatili, da tutto pasto, che valorizzato i vitigni autoctoni del territorio e ne rappresentano la massima espressione.

Le differenze tra i due le creano i diversi territori e sottozone.

Noelia Ricci si trova a Predappio, un luogo storico per la viticoltura e per la storia del Sangiovese, dove il terreno nasce da generose argille che, salendo di quota, diventano sempre più colorate, leggere ed intrise di minerali. I CRU più interessanti si trovano in prossimità dei crinali delle colline sopra la linea dei calanchi. Noelia Ricci rappresenta un piccolo CRU sul crinale della collina, esposto a sud-est, tra i 200 e i 340m s.l.m. in località San Cristoforo. Qui il clima è continentale e salendo il crinale aumenta l’escursione termica e l’effetto mitigante del mare adriatico, distante solo circa 50 km. I 9 ettari di vigneti di Noelia Ricci sono piantati ad autoctoni Sangiovese, Trebbiano e in piccolissima misura Pagadebit.

I vini di questa zona sono tra i più fini, acidi, profumati ed eleganti della regione e Noelia Ricci li rappresenta davvero bene.

Per ulteriori info: https://www.noeliaricci.com/

Villa Venti si trova a Roncofreddo, vicino a Longiano, in provincia di Cesena. Il mare Adriatico è a due passi: Cesenatico a pochi chilometri e Rimini poco più distante. La sottozona di Longiano abbraccia il versante sinistro del torrente Rubicone fino al confine Ovest della provincia di Rimini. Qui Longiano e Roncofreddo costituiscono le zone più rappresentative, con terreni color ocra e impasti argillosi, sabbiosi e calcarei. Le altitudini favoriscono una ventilazione costante che si manifesta nei vini attraverso il frutto netto e croccante. Nel bicchiere ritornano le sfumature di questa terra la quale, tramite la grande franchezza e pulizia, ne diventa la costante principale, sorretta da tannini morbidi e note minerali.

Si coltivano unicamente i vitigni più rappresentativi del territorio: Sangiovese di Romagna, Centesimino a bacca rossa; il raro e particolare Famoso a bacca bianca.

Qui i vini hanno assumono una netta personalità: il sale contenuto nelle sabbie che compongono i suoli, regalano vini caldi, decisamente sapidi e saporiti, se ben gestiti anche freschi, originali e unici, Villa Venti style!

https://www.villaventi.it/

Vini e abbinamenti proposti.

Questo primo appuntamento di A Cena con Fellini si è aperto con la degustazione del Brò 2018 di Noelia Ricci, abbinato a scaglie di grana, di cui era appassionato il maetro, e alla visita alla mostra fotografica a lui dedicata.

Trebbiano Forlì IGT Bro’ 2018 – Noelia Ricci

Trebbiano di Romagna 100%. Fermentazione in acciaio del solo mosto di Trebbiano, in macerazione per 6 mesi con una piccola quantità di bucce. Affinamento: 4 mesi in acciaio sulle fecce fini con una piccola quota di bucce e minimo 2 mesi in bottiglia. Colpisce immediatamente il colore paglierino vivido e brillante. Al naso è molto fine e presenta un delicato corredo di mela gialla acerba, limone, biancospino e tiglio. Al palato conferma la sua eleganza e ripropone la mela croccante ed il biancospino, con un sorso freschissimo, dritto, minerale, lungo, che lascia una bocca pulitissima. Un Trebbiano di Romagna davvero raffinato, che non teme il confronto in abbinamento al grana proposto.

Antpasto: l’adorata da Fellini Piadina romagnola con squacquerone, pomodorini confit e prosciutto crudo e…

Famoso di Cesena Serenaro 2018 di Villa Venti

100% Famoso di Cesena. Vinificazione in recipienti d’acciaio in assenza di ossigeno, quattro mesi di macerazione con una percentuale di bucce, fermentazione spontanea; affina per 10 mesi in bottiglia. Questo raro vitigno autoctono, anticamente coltivato nella zona di Cesena e abbandonato per anni, è stato riscoperto e oggi valorizzato ad opera di pochi produttori, tra cui Villa Venti. Presenta un bel colore giallo scarico e brillante, dai bei riflessi verdolini. E’ un vitigno assimilabile agli aromatici e si dimostra subito verticale, intenso, con note di susina, cedro, pietra focaia e tanti fiori ed erbe aromatiche, tra cui tiglio, salvia, camomilla, maggiorana. Al palato è molto piacevole, curioso e ripropone le erbe aromatiche ed il cedro, regalando una buona freschezza, mineralità e soprattutto un’ottima sapidità tipica dei vini della zona. Interessante e particolare, si sposa bene con il grasso e il sapore del prosciutto, la tendenza dolce della piadina e le note agrodolci di pomodorini e aceto balsamico.

Primo piatto: Strozzapreti (la pasta preferita dal regista) con ragù alla bolognese, besciamella e crema di piselli e…

Romagna DOC Sangiovese Predappio Godenza 2018 di Noelia Ricci

Sangiovese 100%. Vinificazione: fermentazione spontanea in acciaio; affinamento: 7 mesi in acciaio, di cui 4 sui lieviti, e 6 mesi in bottiglia. Rosso rubino brillante e trasparente, con qualche riflesso porpora. Al naso è giovane, intenso, profuma di ciliegia e ribes rosso polposi e freschi, a cui si accompagna una deliziosa violetta, una leggera arancia rossa e una lieve speziatura. Al palato è giovane, ma già ben equilibrato e offre una beva piacevolissima, fresca, profumata, di buona morbidezza, dall’alcol contenuto e dall’ottima freschezza e sapidità. Chiude lungo e lascia una bocca molto buona. Bella espressione di un Sangiovese tipico di Romagna, tutta volta ad enfatizzare i sentori varietali, che valorizza al meglio un primo piatto come questo saporito, unto, che viene bilanciato da freschezza e profumi fruttati.

Secondo piatto: Roll di pollo, farcito con pecorino e carciofi, contorno di spinaci al burro e…

Sangiovese di Romagna Superiore Doc Primo Segno 2017 tre bicchieri Gambero Rosso di Villa Venti

Sangiovese 100%. Vinificazione: in recipienti d’acciaio con fermentazione spontanea; affinamento in bottiglia per 2 Anni. Rosso rubino consistente e più cupo. Al naso è profondo, complesso, più evoluto e offre una ciliegia molto matura, una prugna ancora integra, scorza d’arancia, tamarindo, rosmarino fresco e grafite. Al palato è caldo, morbido, dal tannino mordente ma serico, minerale ma, soprattutto, saporito e appagante. Il sapore del vino rimane a lungo ed invoglia abbinamenti più impegnativi, a base di carne, per esaltarli al meglio. Perfetto con il rollè gustoso che ci è stato servito. Tre bicchieri Gambero Rosso ben guadagnati.

Dessert: Zuppa inglese e…

Vino Rosso Passito di uve Centesimino Nanì s.a. di Villa Venti

Centesimino 100%. Vinificazione: in barrique francese, fermentazione spontanea; affinamento 2 Anni. Il Centesimino è un vitigno a bacca nera autoctono delle colline di Faenza, in provincia di Ravenna, semi aromatico, particolarissimo e antico, abbandonato per anni e oggi fortunatamente recuperato. Ottenuto da uve surmature, ti sorprende con note di rosa intense che si uniscono a cacao, chiodo di garofano, amarena sotto spirito, cioccolatino boero e un netto soffio iodato. Al palato è morbido, moderatamente caldo, profumato e mai stucchevole, grazie anche a una sapidità notevole, correlata ad un tannino ben presente e ad una buona freschezza. Un vino unico e originale, che ben sostiene un dolce piuttosto complesso, che ha anche una componente di cioccolata, come la zuppa inglese.